Ma tutti.
Diamo inizio ai lavori della.
Della congiunta quinta e quarta vi prego, prego il pubblico di accomodarsi e di fare silenzio e stiamo cominciando.
La riunione delle due Commissioni con.
Con l'esame del disegno di legge numero 222 del 23 ottobre 2024.
Individuazione delle superfici e delle aree per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili in attuazione dell'articolo 20, comma 4 del decreto legislativo.
Numero 199 del 8 novembre 2021 e dell'articolo 3, comma 1 del decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica del 21 giugno 2024, siamo chiamati in sede referente, ai sensi dell'articolo 12 del Regolamento interno del Consiglio regionale, con ascolto dei soggetti istituzionali pubblici.
Io passo adesso ad una procedura necessaria, cioè quella dell'approvazione dei verbali delle sedute precedenti, poi farà lo stesso il Presidente Paolicelli per la Quinta Commissione approvazione del verbale numero 167 del 24 10 2024.
Sì, buongiorno a tutti a tutti, lo stesso vale per il verbale numero 132 del 10 10 2024.
Poniamo in votazione favorevoli contrari, astenuti, approvato all'unanimità sia della quarta e della quinta Commissione,
Poi i verbale numero 135 della Quarta Commissione del 24 10 2024 pongo in votazione favorevoli, contrari e astenuti, approvato all'unanimità il verbale numero 136 del 24 10 2024 pongo in votazione favorevoli contrari astenuti, approvato all'unanimità, grazie per questo.
Vale residente Paolicelli, passiamo subito al all'ascolto.
Dei rappresentanti delle istituzioni, enti, organizzazioni di interesse.
E partiamo subito con il Politecnico, abbiamo qui presente, salutiamo la professoressa Angela Barbanente docente in tecnica e pianificazione urbanistica del Politecnico di Bari.
Prego la professoressa Barbanente di accomodarsi e prendere la parola.
Dove ecco, grazie, grazie, innanzitutto desidero sottolineare che parlo a titolo personale come docente di tecnica e pianificazione urbanistica, al Politecnico di Bari, ringrazio dell'invito che ho accolto con molto, con molto interesse e con molto con molto piacere vorrei dire è,
Ma vorrei sottolineare un aspetto in premessa.
Dovremmo evitare in tutti i modi che la De.C.O. Carbonizzazione, la transizione ecologica e la transizione energetica siano considerate dai cittadini, soprattutto e quindi anche nei nostri provvedimenti legislativi in contrapposizione rispetto alla tutela e alla riqualificazione del territorio e del paesaggio.
Dobbiamo fare ogni sforzo, perché ciò che nel tempo si è venuto a contrapporre, per effetto anche di una relativa ASL regolazione.
Della materia Bozza riconnettersi e quindi che possiamo individuare questo lo voglio sottolineare il territorio e il paesaggio come dei patrimoni che possano aggiungere valore.
Alla decarbonizzazione e alla transizione energetica ed ecologica.
In proposito voglio sottolineare che lo stesso decreto ministeriale nel momento in cui indica alle regioni la strada.
Lo fa sottolineando l'importanza di considerare i contesti e di considerare ciò che i contesti hanno già prodotto in termini di fonti energetiche rinnovabili, esaminare i contesti significa tener conto che nei nostri territori ci sono aree produttive, ci sono infrastrutture, ci sono insediamenti che hanno bisogno di riconvertire le fonti fossili in fonti energetiche rinnovabili e a tal proposito vorrei fare un esempio concreto che riguarda la Regione Piemonte la Regione Piemonte ha coinvolto una squadra di tecnici molto numerosa per censire.
Le aree produttive dalle grandi aree industriali ai PIP, ai piani per gli insediamenti produttivi di cui alla legge 865 del 71, individuando non solo i capannoni, ma anche le aree intercluse all'interno di zone industriali non completate, perché ce ne sono e ce ne sono parecchie, anche nei nostri territori, che potrebbero proficuamente essere trasformate in aree a destinazione energetica, cioè due si insedino impianti energetici e offrire anche un servizio alle attività produttive che in quell'area industriale sono insediate. Vorrei anche sottolineare.
Che lo stesso Piano paesaggistico territoriale regionale prevede le Apea, che sono le aree produttive paesisticamente ed ecologicamente attrezzate, ossia le aree verso le quali ogni forma di incentivazione sia economico-finanziaria sia.
Procedimentale sarebbero auspicabili.
Dobbiamo stare attenti a porre l'accento sulle aree idonee e sulla possibile patrimonializzazione di una parte del nostro patrimonio immobiliare, perché i capannoni industriali sono anch'essi un patrimonio immobiliare.
Ma anche edifici commerciali residenziali, grandi infrastrutture. Egli indirizzare gli sforzi per, appunto, semplificare la transizione, un aspetto, l'altro aspetto importante che mi preme sottolineare, ma ho ancora due minuti e non voglio assolutamente andare oltre il tempo che mi è stato assegnato riguarda la.
Considerazione degli impatti cumulativi. Io questo lo voglio sottolineare con forza ci sono territori, penso a Brindisi, su cui il nostro dipartimento ha un accordo di ricerca per la pianificazione locale e la l'adeguamento dello strumento urbanistico vigente al Piano paesaggistico territoriale regionale. Il rischio è che questi territori, che hanno subito l'impatto della carbonizzazione, siano anche gli stessi territori che subiscono l'impatto maggiore in termini di decarbonizzazione. Qui c'è il dottor Corvace ingegnere Corvace, che ha lavorato anche nel comune di Brindisi, e quindi sa bene come questi due processi diciamo, tendano a cumularsi in alcuni in alcuni territori, quindi non c'è norma che possa essere completamente, diciamo, decontestualizzata, non riferite ai contesti, poi ovviamente, dal mio punto di vista.
Eh beh, è inspiegabile la ragione per cui sono state escluse una serie di aree tutelate dal PPTR. Un vantaggio della Puglia era quello di potersi ancorare al Piano paesaggistico che fa un'analisi approfondita dei contesti e non mi è chiaro come mai ben 10 ulteriori contesti paesaggistici siano stati escussi. Posso capire per quanto attiene alla città consolidata e questo lo capisco, ma non posso capire, per esempio, le aree di rispetto dei delle testimonianze della stratificazione insediativa, così come non posso capire i paesaggi rurali perché escludono territori importanti come la Valle d'Itria, come alcune aree che sono state anche nell'ambito dei nuovi Piani urbanistici generali riconosciute come paesaggi rurali di valore e rimango nel tempo a mia disposizione e vi ringrazio.
Grazie, grazie professoressa Barbanente.
Grazie professoressa Barbanente, adesso passiamo al.
Al contributo della delegata del Politecnico di Bari professoressa, Stefania Cherubini, prego.
Tutti sì, ok, ha aperto il microfono, sono alla professoressa Stefania Cherubini, quindi delegata dal vettore. Io, tra l'altro, mi occupo come ricerca scientifica proprio di rinnovabili, in particolare dell'eolico, quindi diciamo una visione molto positiva riguardo, appunto alla questione della decarbonizzazione, ed però nonostante ciò condivido tante cose dette dalla collega professoressa Barbanente, quindi, dal punto di vista, quindi, come delegato del Rettore, dal punto di vista del Politecnico di Bari, diciamo vediamo molto positivamente l'idea di soprattutto potenziare gli impianti rinnovabili già esistenti, quindi, in particolare per quanto riguarda l'eolico e il pone, insieme al potenziamento delle turbine già installate. Diciamo magari il.
La Giunta di alcune unità nelle zone diciamo che sono già utilizzate a questo scopo quello che non ho visto molto nel disegno di legge riguardo all'off shore, quindi agli occhi dell'eolico offshore non ci sono menzioni particolari.
Non so se questo eh ah, ecco, non è di competenza d'accordo che mi chiedevo per questo motivo.
Perché.
Diciamo riguardo alla dal potenziamento, quindi del delle installazioni già presenti in Puglia, abbiamo ad esempio la Vestas, diciamo, abbiamo delle aziende che producono turbine di dimensioni grandissime, quindi perché non andare appunto in quella direzione, quindi, invece di andare a occupare nuovi territori rurali che magari appunto presentano problematiche come quella descritta dalla collega, perché non passare verso appunto impianti sia come fotovoltaico sia come eolico, eccetera eccetera, di molta più grossa taglia, senza trascurare anche la questione dell'idrogeno in cui diciamo c'è tanto nella adesso come discussione,
Anche se la ricerca, ovviamente è molto meno matura da questo punto di vista e quindi sarebbe molto più rischioso, diciamo, installare, diciamo e impianti di questo tipo. Ad ogni modo, siamo già positivi riguardo alle proposte che sono state fatte nel disegno di legge,
Conscio.
Proposte da parte di privati che sono in.
Nessuno.
Aree compatibili, perfetto, grazie mille, non mi era chiaro.
Il microfono, grazie.
Grazie alla professoressa Cherubini, adesso passiamo all'Università del Salento, il professor ingegner, Marco Milanese.
Prego.
Sì, buongiorno a tutti, grazie dell'invito, io condivido il parere espresso dai due colleghi che hanno parlato poco fa.
Ma il mio punto di vista e, come dire, è complementare rispetto a quello che è stato esposto fino ad un attimo fa, vi racconterò un episodio che mi è successo un mese fa, grosso modo un mio dottorando, una mattina eravamo a prendere il caffè e mi ha detto il professore.
Ah, lo vuole un terreno, glielo regalo, io pensavo stesse scherzando.
Insomma, in che senso, ma lo regali sì, sì, sto cercando qualcuno a cui regalare un terreno di mia proprietà è un ex oliveto, dico ex perché purtroppo nel Salento, come sapete, molti ulivi, soprattutto quelli secolari, sono ormai completamente secchi il terreno di proprietà di questo dottorando è terreno tutto pietre molti uliveti,
Sono stati piantati secoli fa su terreni assolutamente aridi, terreni che non hanno acqua per coltivare.
E di fatto, questo dottorando, sta cercando qualcuno a cui regalare il terreno, purché sia disposto quel qualcuno a pagare le spese notarili.
Non riesce a trovare nessuno a cui regalare il terreno, questi terreni non valgono ormai niente.
Su questi terreni non ci si può di fatto coltivare perché non hanno l'acqua e noi, come sapete, non è possibile realizzare nuovi pozzi di estrazione, son tutte pietre una volta i contadini di di non lo so di due secoli fa, tre secoli fa,
Avevano la pazienza, le competenze, non so cosa io faccio un ingegnere, insomma per piantare quegli ulivi li hanno seguiti, li hanno fatti crescere, eccetera, ma oggi nessuno piangerebbe niente su quei terreni perché non c'è l'acqua banalmente, allora non valgono più niente, non riesce a non riesce a vendere non riesce a regalarlo.
Allora perché sto raccontando questo episodio perché io immagino, a queste situazioni potrebbero permettere a tanti proprietari di terreni piccoli, medi grandi, non lo so di farci qualcosa, no, noi potremmo sfruttare quei terreni per produrre energia rinnovabile, mi direte, ma anche quello ha un impatto ma certo non posso se installiamo pannelli fotovoltaici su quei terreni, ovviamente ci sarà un impatto, ma qual è la forma di Enea, di produzione di energia che non ha impatti non esiste se esistesse, l'avremmo già utilizzata.
La logica, il buonsenso, vuole che 1 punti su quelle soluzioni che impattano meno, non sulla soluzione a impatto zero, che non esiste, allora l'idea di sfruttare dei terreni.
Non diversamente sfruttabili per produrre energia. Io credo, 18 essere un'idea valida per il futuro,
Mi taccio, questo è quello che volevo dire.
Grazie solo una domanda, professione, collega, ma terreni.
Che si trovano in ogni parte della nostra Puglia o in alcune zone, determinate professioni, scusi se la interrompo solo per rapido questa precisazione nel Salento, purtroppo queste situazioni ormai sono estremamente diffuse perché.
Come sapete, il Salento da sempre è stato coltivato in larga parte a uliveti perché terreni, come dicevo, rocciosi, senza acqua aridi, l'Ulivo, sì sì abbia sia adattato a questo tipo di terreni, purtroppo oggi gli uliveti sono seccati,
Certamente certamente, ma no no, no, sicuramente poi io non sono un agronomo, figuriamoci.
Il problema è che oggi senza acqua, diciamo salvo la la persona, così di di come dire di buona volontà che chi decide di piantare la piantina di ulivo, la maggior parte delle persone stanno abbandonando perché non possono farci niente, questo è il problema, va beh, ci sono anche tanti altri terreni, soprattutto ne vicino dalle parti di Santa Maria di Leuca, insomma, proprio nel sud Salento che da sempre non vengono coltivati perché, come dire, né i nostri nonni non sono riusciti nemmeno a piantarci gli olivi perché tutte pietre realmente tutte pietre,
Babele canone bene, grazie grazie al professor, chiudo solo dicendo è giusto, però è anche vero che quei bei paesaggi sono stati anche la nostra cartolina dal punto di vista turistico, quindi su questo lo voglio riportare lo voglio mettere anche a verbale diciamo che va bene individuare però diciamo okay grazie.
Grazie.
Adesso passiamo la parola al rappresentante dell'Autorità.
Di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale e l'ingegner Isabella Trulli.
Prego, si accomodi.
Prego, si può accomodare qui.
Buongiorno a tutte e a tutti.
Grazie per l'invito.
Il tema e la legge sulle aree idonee e non idonee è inutile che parla delle Autorità di bacino e mi auguro che lo conosciate tutti noi siamo in una fase di in un percorso di rinnovazione della pianificazione e della programmazione per il governo e la gestione delle risorse naturali, per competenza, diciamo di di legge per sono l'acqua il suolo, il sistema ambientale,
Ovviamente questo per pervenire sia alla difesa del suolo sia la difesa del sistema ambientale, ma anche a ad uno sviluppo sostenibile dell'economia e sociale.
Mi fermo strettamente nel tecnico, anche se come argomento, mi mi tocca molto.
Nonostante, appunto, noi ci siamo avviati nella pianificazione, sono comunque attualmente vigenti le norme tecniche delle ex Autorità di bacino costituite ai sensi della legge difesa e della difesa del suolo, la 183.
Per cui diciamo in questa fase rispondiamo e ci.
Entriamo in vogliamo entrare in chiedere una modifica di alcuni articoli sulla base delle nostre norme tecniche vigenti.
Dico solo una cosa.
No, non riesco a non dirla,
Effettivamente è un periodo difficile, capisco che l'agricoltura non renda però il suolo, è fondamentale, è fondamentale nella gestione delle risorse idriche, è fondamentale nella gestione del rischio idraulico, perché un suolo che muore consente solo ed esclusivamente deflusso superficiale, l'acqua non non si infiltra e non ci sarà acqua proprio per niente in futuro aumenteranno le aree a rischio idraulico.
Detto ciò, quello che noi vorremmo proporre e ovviamente ci riserviamo di mandare un testo scritto approfondito meglio rispetto alle mie parole è quello di inserire nelle aree non idonee.
E all'installazione degli impianti a fonti rinnovabili, le aree di alveo fluviale in modellamento attivo e le aree golenali, così come sono individuate dal dai Piani di assetto idrogeologico.
Che sono vigenti rispetto all'assetto idraulico nella Puglia.
A parte, diciamo, quello più noto, che è il piano della ex Autorità di Bacino della Puglia.
Bald vigono anche le norme tecniche del del dell'Autorità nazionale Liri, Garigliano, Volturno ella e le norme tecniche dell'Autorità di bacino della Basilicata.
In più ah les o di stavo dimenticando e da inserire nelle aree non idonee anche le aree classificate a pericolosità geomorfologica, molto elevato ai sensi delle nostre idee, nostre norme tecniche o comunque a pericolosità molto elevata e a rischio molto elevato sono in pratica alle aree in frana.
Già individuate in frana, mentre chiediamo che siano individuate che siano inserite nelle aree ordinarie laddove dichiarate da laddove gli interventi sono dichiarati, non delocalizzabili ed essenziali.
Tutte le altre aree individuate dal PAI, che sarebbero le fasce di pertinenza fluviale, le aree classificate ad alta pericolosità, media, pericolosità e bassa pericolosità idraulica, oltre a le aree individuate dal PAI, sempre a media.
Scusatemi ad elevata e moderata pericolosità geomorfologica.
Ci riserviamo un ulteriore approfondimento se per caso, in funzione della tipologia degli interventi possano rientrare.
Nelle aree idonee.
Le aree a bassa pericolosità idraulica e a bassa pericolosità geomorfologica, però dobbiamo ultimare dei degli degli approfondimenti, questo è tutto.
Grazie ingegner, Ciulli desk.
Sono due principi che sono per una specificazione perché è, diciamo, è importante, considerato.
Questo diciamo, questo auspicio viene consegnato che si intenda che le norme tecniche di assetto idrogeologico sono comunque vigenti, questo a prescindere da quello che noi scriviamo nella nostra legge, né mi perdonerà, però è importante anche per noi sottolinearlo avevamo trascurato l'aspetto idrogeologico sulla noi rifletteremo chiaramente e approfondiremo il tema che lei ci vorrà porre con lo scritto che ha,
Preannunciato però approfitto dell'occasione per ribadire un concetto che negli scorsi è.
Sedute era stato sottolineato dal mio collega Paolo Garofoli, e cioè che ha persino in aree dichiarate idonee comunque la procedura. Per quanto semplificata, viene svolta tutta la differenza fra l'area non idonea e tutte le altre tipologie, incluse le aree ordinarie, e che il parere paesaggistico è obbligatorio e non vincolante sul tema di ciò che viene apposto all'interno del parere dell'Autorità di bacino come vincolo derivanti da tutte le categorie che lei ha annunciato, non ci sono dubbi in nessun tipo di area. Questo è importante sottolinearlo, però questo non toglie che una riflessione sui temi che lei ha posto è comunque opportuno, sì, ma giusto per precisare in in totale.
Spirito di appunto istituzionale, il nostro non è un ricordare che esistono i vincoli dell'Autorità di bacino, perché quello che stiamo cercando di fare anche con l'Autorità distrettuale è quello di semplificare le l'emissione di pareri per cui stiamo cercando di appunto laddove le tipologie degli interventi consentono di semplificare e di velocizzare quindi,
Qual è il nostro discorso è.
Il, le aree idonee dal nostro punto di vista.
E anche hanno avuto un problema di tempi.
Perché i tempi sono dimezzati quindi per noi?
Avere pareri che dobbiamo mettere in pochissimo tempo in aree perimetrate quando dobbiamo valutare in aree a rischio in cui deve essere valutata la compatibilità per noi, ma più che altro proprio per la difesa del suolo complesso, per questo chiediamo.
Diciamo queste, siamo entrati nella legge in questo modo, proprio capendo il significato di aree, il significato delle delle aree divise in ordinarie idonee e non idonee precisamente a questo e poi, appunto auspicando a una sostenibilità del territorio e della difesa del suolo okay, grazie grazie grazie del suo contributo ingegner Trulli, adesso passiamo all'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico meridionale, l'ingegner Paolo Iusco.
A cui chiedo di accomodarsi e di prendere la parola.
Ricordo che tra i soggetti assenti,
È pervenuta nota da parte della provincia di Lecce del servizio tutela ambientale, transizione ecologica.
Che, oltre a giustificare la propria assenza, invieranno osservazioni, dicono che invieranno osservazioni entro il 20 novembre è assente anche la Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle province di Brindisi e Lecce, e ed è assente anche l'ISPRA l'ANCI Puglia attraverso la sua Presidente Pascazio ci chiede di poter essere audita nella prossima seduta, quindi avremo la presenza dell'Arc dell'ANCI giovedì prossimo e,
E poi abbiamo anche la richiesta di slittamento dell'audizione da parte di ARPA Puglia, che credo sentiremo sempre nella prossima seduta di giovedì.
Prego Iusco.
Buongiorno.
Allora premetto che l'Autorità di sistema Ferraris avere alla Commissione un documento di osservazioni, comunque, in linea di massima, la prima impressione che riguarda la classificazione delle aree idonee e non idonee, no.
Allora, dato che fra le aree non idonee rientra il vincolo costiero e i porti di del del ai nostri porti dell'Autorità di sistema portuale, in effetti in alcuni casi non godono delle deroghe previste dall'articolo 142 da parte delle terre, perché diciamo la classificazione in funzione del territorio costruiti e molto articolata quindi questo significherebbe che i porti sono quasi completamente o parzialmente.
In ogni do classificati come non idonei, quindi l'auspicio è quello di.
Avere ved vedere comparire ai porti nella classificazione delle aree idonee, in considerazione anche del fatto che i porti sono considerati, verranno considerati non saranno considerati comunità energetiche perché hanno, diciamo, sposano perfettamente il concetto di produrre energia che parzialmente o completamente viene consumata all'interno del porto. I porti sono energivori, in considerazione anche del fatto che adesso si stanno sviluppando progettazione e realizzazione di col Dayron Ing, ovvero il fatto di alimentare le navi in sosta in banchina con l'energia elettrica per permettere alle navi di spegnere i motori e quindi ridurre il le emissioni in atmosfera e quindi sarebbe più che ovvio e logico che almeno parte di questa energia possa essere reperita direttamente all'interno dei porti piuttosto che avere costi, diciamo, di trasporto dell'energia.
Quindi diciamo questo è lo scenario, quindi vedere inseriti i porti nella fra le le aree definite idonee.
Grazie.
Grazie.
Io adesso ho grazie, Paolo Iusco, io adesso ho.
L'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, con la presenza qui di Fausto colonica di Alessandro interno e di Gianluca semita, io chi interviene,
Polonica, prego.
ATO sì, eccomi buongiorno a tutti, io mi riallaccio alla discussione che ha aperto il collega Di Bari e che ovviamente noi sposiamo, anche in virtù del fatto delle previsioni del punto decreto aiuti che vedono un po' le i porti, essere un po' come dire fautori delle comunità energetiche,
A questo aggiungo anche il fatto che, per esempio, il nuovo per individua che è stato, come dire, pubblicato qualche giorno fa PUC individua tra le varie attività anche gli impianti di dissalazione e, come è noto, sono abbastanza energivori. Ora l'impianto di dissalazione tendenzialmente vengono fatti non troppo distanti dalle aree costiere, quindi si potrebbe per esempio, ipotizzare una sinergia tra, come dire, la realizzazione di insomma dissalatori con una loro alimentazione con impianti prossimi. Diciamo, non so se alle nostre aree diciamo governate da noi, ma comunque aree.
E costiere.
A questo aggiungo anche perché come porti, noi abbiamo un documento energetico che appunto pianifica e, come dire, individua un attimo, quelle che sono le nostre azioni a un punto di vista energetico.
Come il cold ironing che individuava il collega anche noi abbiamo attività legate a una ricognizione di aree che nell'ambito portuale sono considerate, diciamo, non utilizzati o utilizzabili fuori sia da rotte di navigazione sia da tutti gli utilizzi portuali e che quindi recentemente hanno visto nel nostro caso pubblicare un avviso una manifestazione pubblica.
In cui abbiamo individuato essenzialmente aree a terra circa 23 ettari e a mare, circa 70 ettari per l'installazione di fare essenzialmente fotovoltaico o a terra oppure, diciamo, galleggiante, con la nuova insomma tecnologia, quindi l'idea potrebbe essere, ad esempio, quella anche di individuare aree a mare. Chiaramente nella nostra diciamo gestione perché già lo facciamo di fatto,
E non è che ce lo stiamo inventando oggi. Quindi è ed è già un discorso attivo, cioè noi abbiamo già pubblicato sui nostri portali questo avviso e sono aree che abbiamo già individuato nelle nei nostri perimetri. Ovviamente questo potrebbe contribuire intanto notevolmente a svincolare i portino a da un punto di vista energetico o no, quindi autografo autoprodursi, energia per il proprio sostentamento,
Ma anche per poter, anche se le potenze sono ben più alte, dare una mano anche ai col Dayron, Ing che, come dire solamente crocieristico, Taranto ha una potenza impegnata di circa 35 megawatt, prevede il progetto.
E in totale siamo a 55 megawatt, quindi sono numeri molto importanti,
Basta anche noi ci riserviamo di inviarvi un documento un po' più dettagliato di questa diciamo un breve introduzione, però diciamo gli aspetti salienti sono questi, grazie, grazie cronica una preghiera sia per i presenti che.
Poi ricorderemo anche con nota agli assenti,
Le le relazioni scritte dovranno arrivare entro giovedì di questa settimana, non più tardi, perché dobbiamo dare il tempo e la possibilità agli uffici dell'assessorato di assemblare tutte le proposte per poter partire nel più breve tempo possibile, con l'esame del testo qui in Commissione, con tutti gli emendamenti e le osservazioni pervenute, ora.
Ho qui la presenza del colonnello comandante del Comando regionale dei carabinieri forestali della Puglia, Angelo Vita, prego.
Si accomodi.
Buongiorno a tutti, grazie per l'invito e sono qui solo a titolo informativo.
Mi preme però sottolineare la necessità che sia effettuato un.
Profondo contemperamento delle esigenze, appunto energetiche della Nazione con le esigenze di tutela dell'ambiente e soprattutto del paesaggio in termini di intenti, identità territoriale che non può essere come bene immateriale, non può essere.
Disatteso per quanto riguarda invece la protezione della dell'ambiente, terrei presente anche che la Puglia è.
Territorio.
Che i su cui insiste la, l'avifauna migratoria, le immigrazioni della riforma, che sono una particolare specie così della fauna avicola che è profondamente incisa dalla presenza di impianti eolici.
Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano che ci sono delle mutazioni di rotta di questi di questi animali, per cui il contemperamento delle due esigenze, secondo me deve essere una fine, attività che il Consiglio regionale deve portare avanti grazie mille.
Grazie grazie per il suo contributo e per la sua presenza, adesso io ho anche delle degli enti e delle associazioni.
Che segnalano la propria presenza, ma non intendono intervenire come arti.
È o anche a 7 c'è qualcuno di asset, prego, prego, si accomodi.
Non intende intervenire, va bene, grazie.
Sì, adesso il dirigente dell'Ufficio prevenzione, incendi, la direzione Puglia, il, l'ingegner Cerrone, prego.
Mi sentite.
Allora suonerà a titolo informativo, ovviamente però è bene che si sappia.
E ovviamente i vigili del fuoco non hanno diretta competenza per la definizione delle aree idonee o non idonee per installare le apparecchiature che vengono utilizzate per sfruttare le fonti rinnovabili.
Però.
Queste cose possono prendere fuoco e la invece entra in gioco la nostra competenza, diciamo che l'impianto fotovoltaico di per sé, se parliamo di solare, non è soggetto alle autorizzazioni dei Vigili del fuoco, lo diviene se viene installato su un un'attività che già è soggetto ai Vigili del fuoco magari un'azienda lo stesso discorso vale per le pale eoliche non esiste la pratica della pala eolica,
Può esserci la pratica di un gruppo elettrogeno che è collegato con la pala eolica,
Sulle biomasse ci sarebbe un po' più da dire, perché la biomassa sviluppo biogas nasce proprio essere dei depositi di gas che sono soggetti invece che l'autorizzazione dei Vigili del fuoco per l'idroelettrico si potrebbe parlare dei trasformatori, non della centrale in sé e per sé, quindi diciamo che in linea di massima la nostra competenza si limita a dare il parere.
A un eventuale progetto che viene presentato in generale, invece, per aree molto grandi, dove vengono installate molte pale eoliche o molti o multi pannelli fotovoltaici per ottenere grosse quantità di energia e li potremmo dare un nostro parere attraverso le Conferenze di servizi che magari potrebbe essere necessario installare un impianto antincendio oppure sapere quali sono le strade necessarie per perché i nostri automezzi possono intervenire dove stava pale eoliche, che magari sta fuori fuori zona.
Quindi, a parte quello, insomma, noi facciamo la trattiamo, queste sono in generale di interveniamo dopo che si è verificato un incendio per andare a spegnere e in una fase propedeutica, o quando c'è un'approvazione di un parere, perché quell'attività diviene soggetto ai Vigili del fuoco o se siamo chiamati in conferenza dei servizi, quindi, nello specifico,
La distanza da un parco archeologico o donare golenale non è di materia di nostra stretta competenza, insomma, ho finito.
Grazie.
Se ci sono presenze che vi chiedono di intervenire, fatelo in questo momento perché a noi non risulta più nessuna richiesta di intervento.
Pasquale Epifani, dirigente del settore ambiente della provincia di Brindisi.
Buongiorno a tutti un piccolo contributo, ci riserviamo di far pervenire una nota per iscritto, da concordare anche con livello istituzionale, per le caratteristiche che saranno poi diciamo, integrate in questa nota. Condivido molte delle cose che sono state dette da chi mi ha preceduto, però vorrei solo entrare subito nel merito di alcune questioni di carattere più specifico e tecnico. Sarebbe opportuno che nella proposta di disegno di legge venisse specificato nelle definizioni che cosa si intende per impianto fotovoltaico con moduli a terra, per non creare problemi a livello poi di valutazione dei progetti, perché questo termine lascia molto a, diciamo essere interpretato specialmente alla luce della legge nazionale che prevede il divieto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra nelle aree agricole.
E poi, se è possibile, anche rispetto agli impianti di accumulo, visto che se ne stanno presentanti, Presidente, stanno presentando progetti a decine.
Sia quelli connessi con impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma anche quelli non connessi con impianti. Mi allaccio all'ultimo intervento del collega dei Vigili del fuoco, dove stiamo cercando era alacremente di chiedere un parere di persone esperte per sapere che cosa possa accadere di fronte a un evento incidentale che interessa un impianto di accumulo dal punto di vista dell'impatto sull'ambiente. L'abbiamo chiesta ISPRA, l'abbiamo chiesto ai vigili del fuoco, ma nessuno ci.
Garantisce ci può dare delle assicurazioni rispetto a questi impianti, che sono d'Italia notevole. Mediamente stiamo parlando tra i 50 e i 100 megawatt. Significa se ci dalle 50 alle 60 batterie del volume di circa di un di un TIR per cui di fronte ai 20 occidentali che possono interessare questi impianti e la certezza che cosa accadrà dal punto di vista della prevenzione? Incendi dal punto di vista di rilascio di sostanze pericolose nell'ambiente, e così via. Poi, per quanto riguarda alcuni elementi specifici che sono state riportate nella proposta di legge, vogliamo proporre che, per quanto riguarda le arie,
Diciamo di favore. Le aree idonee, e in particolare quelli interessati da.
Da bonifiche, di specificare che le aree diventano idonee a seguito dell'accertamento della super del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione. E non.
Lasciato così com'è nella proposta di legge generico, in modo che poi bisogna fare l'analisi e la valutazione del rischio sito specifico, per poter poi definire se è da bonificare o meno, noi abbiamo a Brindisi una estesissima zona che ricade nel Sito inquinato di interesse nazionale, dove sono stati accertati superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, però non è stato possibile, ad oggi, fare l'analisi di rischio per cui quelle aree rispetto alle altre aree agricole pensiamo che siano,
Diciamo quelle più idonea. Poi, l'altra osservazione riguarda gli interventi da realizzare sulle discariche dismesse. Di fronte a una realtà dove quasi tutte le discariche dismesse non hanno realizzato per niente o non hanno completato le opere di sistemazione finale, noi chiediamo che venga specificato che le discariche devono essere comunque dismesse. Realizzate le opere di sistemazione finale e certificate dalla Provincia ai sensi del decreto legislativo 36 del 2003, perché non vorremmo che ci troviamo di fronte a discariche dismesse, poi invece vanno a realizzare pure l'impianto fotovoltaico, sopra, creando problemi su problemi e così via. La questione poi, relativamente alle norme transitorie, io penso che mi auguro solo che il Governo non impugni la legge rispetto a queste questioni, perché vanno in contrasto con alcune norme nazionali, laddove dice che.
E sono, diciamo, non idonee le aree agricole per le istanze presentate successivamente all'entrata in vigore della legge 141, anzi, nel decreto legge e così via, per cui, laddove la Regione sta proponendo che queste norme si applicano ai procedimenti che non si sono conclusi con un provvedimento di valutazione di impatto ambientale definitivo o con una conferenza di servizi, abbia concluso positivamente la procedura per cui tutti i procedimenti che abbiamo in corso, che sono decine, se non voglio dire anche centinaia, perché qui il Fort Apache assediato da circa cinque anni, almeno in particolare gli uffici ambientali delle Province e l'ufficio e energia della regione Puglia, dove si vuol risolvere tutto il problema delle fonti rinnovabili attraverso l'autorizzazione, in assenza di qualsiasi pianificazione a monte, sia da parte dello Stato che da parte della Regione. Ora, per fortuna, stanno arrivando questi arti, diciamo sovra assessori che possono essere un punto di riferimento importante, arrivando alla questione fondamentale, io penso che l'imposta, l'impostazione e l'impalcatura della legge sia sufficiente per poter governare, almeno entro certi limiti,
La trasformazione del territorio da paesaggio rurale e così via, almeno dal punto di vista del corretto inserimento delle fonti rinnovabili. L'unico articolo che ci può consentire di intervenire in modo cogente e in modo preciso all'interno di questi procedimenti e anche per rilasciarne bellissimo intervento dalla professoressa Barbanente riguarda l'articolo 6, per cui lo ha io voglio.
Mandare questa nota di chi richieste, diciamo di osservazioni alla proposta di legge regionale. Vorrei intervenire sull'articolo 6, noi abbiamo fatto in questi due tre giorni abbiamo lavorato per per verificare degli possibili scenari laddove il Piano paesistico, che per noi fino a quando nessuno lo va a modificare, lo va a revocare. Per noi è uno strumento urbanistico vigente cui dobbiamo tutti. Diciamo verificare la rispondenza dei progetti e non solo l'assessorato all'urbanistica, con questo parere vin obbligatorio ma non vincolante. Se un parere, tutti i pareri non sono nessun parere obbligatorio per cui non sono vincolanti, però i pareri diciamo devono essere presi per quelli per quelli che sono nell'ambito di un procedimento. Detto questo, siccome diciamo il PPTR doveva individuare i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti paesaggistici. Se intorno a questi elementi, che sono già elencate nelle epiteti ed andiamo a mettere, andiamo a mettere come valore vincolante, per cui non si possono realizzare come aree non idonee un buffer di 200 metri di 300 metri o di 400 metri. Andiamo a sviluppare delle superfici che sono idonee. Noi abbiamo fatto delle ipotesi per cui, con delle ipotesi di 300 di 400 metri intorno a questi contesti, diciamo da tutelare vengono fuori che in provincia di Brindisi, per esempio, possiamo realizzare di circa 15.000 ettari di aree idonee. Se questo lo aggiungiamo a quello già realizzato. Questo 15.000 non so quanti ettari restano liberi, per cui l'invito è l'articolo 6, lo vogliamo riempire di contenuti concreti con delle osservazioni con delle decisioni precise rispetto a queste aree da due, almeno rispetto a queste aree del contesto paesaggistico, diciamo vincolanti e così via. Ecco, noi questa qua è la proposta che io vorrei condividere con livello, diciamo istituzionale, per presentare le sue osservazioni, allora noi attendiamo scusi, Presidente,
Noi attendiamo un'osservazione scritta, anche perché ci aiuti a capire, nell'articolo 6, dove non è concreto, perché i contesti paesaggistici sono definiti già nel Piano e quindi ben penso siano delle aree concrete esistenti e rispetto non ha.
A al fatto che non venga impugnato, secondo me è un mondo che non esiste, mi consentirà di dire noi abbiamo il dovere di fare un atto legislativo non solo perché ce lo dice la norma, perché abbiamo l'opportunità di farlo, perché potremmo anche essere commissariati se non dovessimo e quindi scegliere di subire equazioni noi stiamo dicendo la nostra,
E nel dire la nostra.
Non solo, come detto, modifichiamo il paesaggio.
E questo lo mettiamo in conto e, ma rischiamo di.
Non tutte non tuteliamo degli interessi, anche economici, legittimi degli operatori dell'energia e e forse questo lavoro.
Lo Stato ci doveva consentire di farlo tanto tempo fa, oggi il percorso è avviato, tantissime istanze sono in essere e mi sembra.
In co da mettere in conto che i i soggetti non si sentiranno tutelati, agiranno per vie legali, dobbiamo prevederlo, dobbiamo costruire un impianto legislativo quanto più condiviso e quanto più difendibile da tutti.
Però vi assicuro che è il e lo farà sicuramente nella prossima e ultima audizione, vedrete e per chi parteciperà lo dico sotto i consiglieri come il mondo dell'economia che ruota attorno all'energia attorno a l'articolo 10, proverà a costruire.
Le condizioni totalmente differente perché ci troveremo in situazioni che lei affronta quotidianamente, che sono quelle della tutela della norma transitoria e quindi, come chi ha già presentato un'istanza, un progetto ha richiesto una connessione, può vedere tutelato un proprio il proprio diritto di un'iniziativa economica e noi invece abbiamo fatto delle specifiche abbastanza chiare con una scelta complicata, ponderata ma che ha come ha specificato il dottor ingegnere Corvace nell'ultima,
Nell'ultima Commissione già solo le procedure VIA che hanno parere favorevole ricevute potrebbero.
Essere autorizzati, che non è certo che lo siano, né tantomeno è certo che vengano realizzate, perché alcune autorizzate poi non vengono realizzate, però stiamo parlando oggi già oltre 3 Giga noi abbiamo l'obiettivo di arrivare a che c'è da Aosta a oltre 7 giga,
Che è un obiettivo strategico della decarbonizzazione rispetto al tema complessivo, e chiudo.
Che lei ha sottolineato.
Relativo al fatto che tantissime aree.
Potrebbero essere idonee e né nei fatti lo era già prima, nel 199, verrà ancor prima nella norma precedente al 199, però ciò non ha significato che poi sono stati presentati dei progetti per quelle aree.
Cioè il fatto che siano idonee non dà la certezza che qualcuno presenti il progetto, né tantomeno dalla certezza che poi venga autorizzato il progetto e tutti i pareri, seppur non vincolanti.
Possono essere ascoltati, cioè se c'è un parere paesaggistico negativo in un'area idonea in Conferenza dei servizi, viene analizzato quindi in un'area idonea, non è un'area dove certamente si insedierà un impianto fotovoltaico, ma dove la procedura e accelerate e questo è utile che nel linguaggio complessivo di tutti ne abbiamo contezza,
Grazie.
Assessore grazie Epifani, per il suo contributo, io non ho altre richieste di intervento.
Revoco, come tutte le altre volte fare un po' un resoconto di questo.
Lavoro di ascolto che stiamo facendo alla seduta di oggi abbiamo invitato 74 tra enti, istituzioni e associazioni.
Abbiamo avuto la presenza di 19 di questi 74 e l'intervento qui in Aula di otto di questi soggetti.
Lo dico perché non so se stiamo facendo tutto nei tempi giusti.
Ma penso che stiano facendo il meglio che possiamo fare nei tempi assegnatici,
Ora ringrazio ovviamente tutti quelli che hanno preso la parola, tengo a ribadire non l'ho detto all'inizio che abbiamo ritenuto interessante e importante per il contributo che qui poteva essere dato nel merito, invitare la professoressa Barbanente che, come avete visto, non ha parlato a nome del Politecnico ma ha parlato in quanto è stata invitata in quanto Presidente di una Associazione Nazionale di urbanisti.
E anche come docente del Politecnico, ma soprattutto perché è stata protagonista di norme importanti dal punto di vista urbanistico e paesaggistico in questa istituzione.
Se ci sono.
In altri interventi da parte o degli assessori presenti o dei dirigenti presenti, prima di passare la parola ai commissari.
Assessore Triggiani.
Grazie Presidente, volevo sì, sì, no, sono stata molto interessata da queste.
Riflessioni che sono arrivate oggi da tutti gli esperti, insomma dai professori universitari e a prescindere insomma da come intervengono, però sono persone che comunque hanno inciso insomma, credo parecchio anche sulle norme che riguardano la nostra regione, ma anche dai dirigenti che sono sul campo quindi sono interessata anche da questo punto di vista e naturalmente chiediamo poi che siano rilasciate delle delle note,
Anche e soprattutto sulle aree idonee e sulle aree non idonee che era, diciamo, un aspetto che a cui, come assessorato all'ambiente in particolare, naturalmente ci tenevamo e quindi recepisco l'invito a riempire di contenuti ulteriori il l'articolo 6 e vediamo come si può sviluppare a seguire grazie.
Grazie dei consiglieri presenti, qualcuno vuole intervenire?
Prego.
Incastrini,
Sì, grazie grazie, Presidente, io diciamo, abbiamo ascoltato con molto interesse tutti i contributi che sono pervenuti dagli dagli auditi e credo che c'è un refrain che continua in queste positivamente intendo in queste audizioni e che mette un fa emergere un focus molto importante sui fattori,
Sui problemi, diciamo, dei fattori cumulativi che riguardano questi impianti, noi sappiamo che i territori che verranno maggiormente interessati sono quelli a nord della nostra Regione e a sud della nostra regione, dove peraltro abbiamo diverse criticità, penso al Salento alla provincia di Lecce, ma non solo, che dove gli ulteriori contesti sono particolarmente diffusi e dove è emerso anche.
Che questa è una problematica perché a questo punto quel territorio sarebbe ulteriormente interessato da una serie di richieste che richiedono poi, appunto, un autorizzazione.
E un altro punto importante è quello di seguire la cornice del PPTR. Noi abbiamo capito e lo ha detto anche l'assessore nel suo intervento e questo non può essere però la foglia di fico.
Nel predisporre poi un documento di pianificazione perché a tutti gli effetti, questo è un documento di pianificazione che sconta una problematica seria, che è quello di non di non aver potuto lavorare in combinato disposto con il PEAR e quindi noi come al solito e come purtroppo sovente succede negli ultimi periodi anche da un punto di vista urbanistico dove il ginepraio di norme e tutti i correttivi che andiamo a fare creano una confusione generale, è molto, molto spesso, devo aggiungere, i correttivi che andiamo a fare. Anche noi come legislatori da un punto di vista urbanistico che servono a porre delle pezze sono peggiori del dello stesso buco, e allora noi chiaramente c'è questa.
Ah, diciamo necessità di contemperare le esigenze dei proponenti del privato, che intende investire su questo territorio. Lo ha detto prima.
L'Assessore, però la tutela del paesaggio e la tutela del territorio diventa a preminente.
E credo che, alla luce della disallineamento che c'è stato per motivi temporali, nel procedere a una pianificazione un po' più accorta, i tempi sono quelli che sono ci mettono nelle condizioni veramente di lavorare con un serio pericolo.
O per quelli che saranno appunto gli investimenti futuri, e credo che lavorare nella cornice del PPTR che ripeto, ha già quando, quando è stato, diciamo messo a terra previsto lo sviluppo, appunto, delle delle rinnovabili, io credo che.
Da quella cornice non ci si debba spostare, poi io capisco le esigenze, le esigenze di tutti e credo che poi, peraltro seguire anche il modello sardo.
Laddove la Giunta li ha cercato di fare uno sforzo molto importante.
Di come dire tenere in forte considerazione anche quelle che sono le comunità energetiche, anche quella che può essere la futura prosperità economica dei territori coinvolti nella diffusione.
Della delle energie rinnovabili, che possono appunto essere poi effettivamente utilizzate dalle comunità locali con una distribuzione, redistribuzione dell'economia, anche questo è un altro punto importante su cui noi porremo degli emendamenti e delle delle delle osservazioni durante il dibattito in Consiglio regionale e quindi credo che, da una parte,
L'attenzione sui fattori comuni e cumulativi dall'altra seguire attentamente il PPTR, che appunto oggi è l'unico elemento che ci può fornire una traccia di.
Diciamo di lavoro, viste anche le criticità dovute al tempo a nostra disposizione e poi soprattutto cercare appunto di sviluppare e tendere, appunto a essere più positivi propositivi in ordine all'implementazione delle comunità,
Energetiche, credo che questi possano essere degli argomenti poi sul revamping,
Anche qui porremo delle osservazioni rispetto a quello che era l'ex ante all'ex post, perché non ci vorremmo trovare nelle condizioni, soprattutto lì dove è, per esempio, il.
Le zone dove c'è stato uno sviluppo di pale e di parchi eolici anche in questo caso, una a passare da una pala eolica di pochi metri a una di 200 metri o o una modesta, a una veramente di grosse dimensioni, anche in questo caso noi vorremmo capire come e qual è l'incidenza di queste platee che sono platee di cemento che sono molto molto sviluppate e soprattutto noi vorremmo capire,
E questo poi lo porremo all'attenzione anche degli uffici, la dismissione eventuale dei parchi eolici preesistenti, la demolizione avverrà o rimarranno in situ,
E chi si occuperà di questa US, di questa dismissione vorremmo capire, viste anche le superfici coinvolte, cosa succederà in questo passaggio ex ante ed ex post rispetto alla alla partita del revamping grazie al Presidente.
Grazie Casini.
Antonio Tutolo, prego.
Grazie, io faccio un piccolissimo ragionamento a voce alta, se non ho capito male, noi andremo ad individuare le aree dove praticamente questi impianti potranno essere allocati e quindi l'obbligo che abbiamo di raggiungere una quota di 7 virgola qualcosa gigawatt da un punto di partenza minimo.
Non un punto di arrivo quindi è molto importante, a mio avviso.
Tutelare quanto più possibile le aree, come dire.
A rischio.
Quelle di maggiore pregio, quella per evitare che ben magari poi da 7 si arriva al 70 perché il nostro territorio è un territorio, come dire ben predisposto, c'è sole.
C'è vento e quindi condivido l'idea di come dire.
Al, nel limite però della possibilità che ci viene dal legislatore, perché questa è una parte che va a come dire tenuta, ahimè in considerazione, il PPTR, effettivamente può essere un un faro, da questo punto di vista ci può aiutare molto nel escludere delle aree che,
Per pregio.
Bisogna tutelare, quindi io credo che questo provvedimento vada in questa direzione e se ci sono dei cambiamenti da fare in questa direzione, penso che non avremo difficoltà a sostenerli, a portarli avanti, almeno esprimere il mio pensiero, cioè il prezzo che dobbiamo pagare.
Deve essere il minimo che ci viene imposto, non è che ci apriamo veramente a ad ogni tipo di insediamento.
Grazie Tutolo, ma altri interventi.
Ci sono repliche da parte di Assessori dirigenti agli interventi che abbiamo ascoltato?
No, bene, possiamo chiudere così la seduta congiunta di queste due Commissioni.
E l'appuntamento per la prossima è giovedì 14 novembre alle ore 10, sempre in questa stessa Aula, consiliare grazie.