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Scusate il ritardo, ma stavamo attendendo l'arrivo dei dirigenti delle due dei due Assessorati coinvolti abbiamo oggi tre richieste di audizioni fatte dai colleghi Scalera Perrini di cui a di cui è qui presente il resto dovrebbe arrivare a breve sul tema emergenza cinghiali,
Convocati Presidente della Giunta regionale, assessori regionali che sono impegnati ma ci raggiungeranno quindi sia la Aldo la Maraschio che Pentassuglia rappresentanti delle associazioni di categoria e ringrazio per la presenza Coldiretti Confagricoltura CIA, Puglia, Cechov pre Presidente Comitato del comitato di gestione ATC, Bari, presidente del comitato di gestione ATC, Brindisi, Presidente, i comitati di gestione ATC, Foggia, Taranto e Lecce, Arcicaccia Puglia, feed dei fidi ci Puglia, Enalcaccia Puglia, WWF, Taranto, WWF, trulli e Gravine WWF, Alta Murgia terre per cede, quindi abbiamo referenti della task force regionale. Emergenza, cinghiali bene, poi, man mano che prenderete la parola, vi lo dirette al microfono e vi presenterete in modo tale da avere tutto scritto io a questo punto sia il collega, perché è una congiunta Seconda Commissione, col Presidente Enzo Di Gregorio e Quarta Commissione, lascerei la parola al collega di cui a che il richiedente u insieme a Perrini e Scalera tre diverse, però richieste di audizione. E lascerei la parola al presente collega di cui è in modo tale che possa.
Insomma espletare la sua richiesta. Prego.
Sì, buongiorno a tutti, anzitutto ben trovati grazie ai Presidenti, insomma per la solerzia con cui è stata convocata questa audizione, che ho richiesto personalmente, ma insomma, così come i colleghi Perrini e Scalera, che sono un ottimo impegnate giù, ci raggiungeranno a breve la vicenda.
È nota da tempo, insomma, abbiamo già dibattuto qualche mese fa sull'emergenza cinghiali, abbiamo appreso.
Della nomina ad una task force regionale, l'intento della della mia richiesta di audizione, ma così come quella dei colleghi, è quella di capire qual è lo stato dell'arte, anche rispetto alle attività che sta mettendo in campo questa task force, sono purtroppo sempre più frequenti gli incidenti che vengono determinati sulle nostre strade provinciali dal dalla presenza di cinghiali sono incalcolabili i danni per gli agricoltori che insomma sono dovuti a questa.
Questa presenza della nostra campagna che.
Presenza che ormai si è estesa anche a molti centri hub dell'abitato del Comune di Taranto. Negli ultimi giorni non so chi di voi ha visto il lungomare di Castellaneta Marina dove passeggiavano decine davvero di di cinghiali.
Hanno approfittato per insomma, guardare la le bellezze del nostro lungomare, appartenere scherzi è un problema che, insomma, sembra allo stato non trovare soluzione o comunque no, non vedere alcun miglioramento, quindi lo scopo era oggi ascoltare chi si sta impegnando in questa nella risoluzione di questa problematica a comprendere in che modo questa attività di contrasto può essere proseguita o implementata quindi magari ascoltiamo gli auditi e poi mi riservo all'esito di intervenire grazie,
Sì, grazie fra l'altro stanotte credo ci sia stato l'ennesimo incidente molto grave, grazie a Dio non è successo niente alle persone avrò visto la macchina completamente distrutta, c'è stato, diciamo, è stato un miracolo che non sia accaduto, cosa ancora di più grave abbiamo un elenco di, diciamo le persone sennò non lo abbiamo già in ordine di arrivo oppure,
Va bene, allora le do la parola a Coldiretti Puglia, il rappresentante.
Prego.
Un attimo solo chiedo scusa facendo che cosa.
Sì, va bene, nemmeno se due accumulati, se vuoi esporre la alla tua richiesta dell'audizione, così prima di dare la parola ai agli amici.
Va beh, del braccio io.
Prego.
Adesso.
E chiedo scusa per il ritardo, eravamo già impegnati nell'altra Commissione giù.
Quindi do sono arrivato in ritardo, non sapevo della Commissioni congiunte, ah bene, grazie per la parola, signor Presidente, cari colleghi, negli ultimi decenni l'alto tasso di accrescimento delle popolazioni di cinghiali.
Un'elevata, adattabilità e capacità di colorizzazione di nuovi habitat ha reso questo mammifero una delle specie più problematiche.
Le cause che hanno favorito questa espansione sono le più diverse e vanno dallo spopolamento delle aree rurali e montane, all'aumento delle superfici boscate dalla diminuzione delle superfici agricole utilizzate alla scarsa presenza di predatori naturali, da un'errata gestione venatoria all'immissione, a partire dagli anni 50 del secolo scorso, di individui provenienti dall'est Europa con dimensioni maggiori e con tassi riproduttivi più alti rispetto alle popolazioni autoctone.
La ricerca di cibo ha spinto la specie ad occupare contesti meno naturali, quali terreni agricoli e aree periferiche di alcune città.
Tutto ciò ha portato all'insorgenza di conflitti con il comparto agricolo, è una serie di problematiche che problematiche legate alla sicurezza dei cittadini, riguardo soprattutto ai danni derivanti dagli incidenti stradali causati dalla collisione con esemplari di questa specie su strade comunali, su strade provinciali e statali che intersecano i territori maggiormente frequentati dalla specie.
Infine, come molte specie animali selvatiche, il cinghiale soggetto all'attacco di un elevato numero di agenti patogeni che possono essere trasmessi non molto facilmente anche agli esemplari domestici.
I maiali, soprattutto se è allevato allo stato brado, questa specie quindi a potenziali impatti economici negativi anche sulle aziende zootecniche.
Oltre a poter determinare effetti negativi sulla salute pubblica, la situazione della provincia di Taranto è ormai fuori controllo e a denunciarlo da tempo sono le associazioni di categoria degli agricoltori che oggi abbiamo l'onore e il piacere di ospitare in quest'Aula e di poter anche audire.
La misura è davvero colma se si pensa che branchi di cinghiali affamati girano nei centri urbani, come accade spesso.
Soprattutto nella zona di Castellaneta Marina o nelle campagne limitrofe, distruggendo infrastrutture, danneggiando raccolti.
Sulle strade provinciali e comunali dei comuni della provincia jonica la terza Castellaneta Massafra Palagianello Palagiano Ginosa, Crispiano Martinafranca, Grottaglie, e così via con l'arrivo della sera puntualmente si verificano incidenti stradali causati dall'attraversamento di cinghiali.
E cala nei cittadini la percezione di sicurezza, incidenti che in alcuni casi hanno causato anche qualche tragedia, come quella avvenuta la notte del sabato 3 e domenica 4 febbraio ultimo scorso sulla strada statale. 580, che collega il Comune di Ginosa alla sua Marina in cui perse la vita una donna di 48 anni, in questa stessa serata a pochi chilometri di distanza, e precisamente sulla Strada provinciale. 13, che collega il Comune di Castellaneta alla sua Marina. Un attraversamento di un altro cinghiale mandò fuori strada un veicolo, fortunatamente senza gravi conseguenze. Sono tantissimi e ne potrei elencare tanti altri all'attenzione di quest'Aula. Solo la fortuna in tantissimi casi ha voluto che il tutto non si trasformasse in tragedia.
Questa grave emergenza richiede misure straordinarie e tempestive.
Purtroppo, però, le attività di abbattimento selettivo non sono ancora state avviate e l'attività venatoria ordini a ordinaria si è chiusa lo scorso 15 gennaio i cinghiali in questo periodo sono rimasti rintanati nei parchi protetti e solo ora stanno nuovamente raggiungendo i centri abitati.
Tutto ciò sino ad ora esposto mi ha portato, lo scorso 4 febbraio, a presentare insieme ai a me personalmente e poi subito dopo i colleghi di cui ha Contiguglia e Perrini, a presentare una richiesta di audizione alla presenza dell'assessore all'agricoltura,
Che oggi non vedo, credo che ci siano i di c c, se ci sia il direttore, il dirigente che può sicuramente.
Darci delle delle notizie certe, almeno rispetto a questa problematica.
E ringrazio appunto il il direttore, insieme ai rappresentanti del delle categorie, dagli agricoltori ai Presidenti dei Comitati di gestione degli Ambiti territoriali di caccia delle province, pugliesi ai rappresentanti delle associazioni venatorie è quella delle associazioni ambientaliste. Vi ringrazio tutti per la vostra presenza e partecipazione ai lavori di oggi di questa Commissione. Mi sia consentito, a conclusione del mio intervento, rivolgere alcune domande al dirigente e, di conseguenza, domanda che.
Avrei fatto al all'assessore Donato Pentassuglia. La prima è a che punto è il Piano di monitoraggio e gestione del cinghiale varato dalla Regione Puglia e la se la seconda domanda che desidero avere risposta, quali sono le motivazioni che sino ad oggi non hanno consentito di mettere in atto tale piano e se nel frattempo sono allo studio altre iniziative? Grazie per l'ascolto e mi riservo di intervenire.
Sì, grazie dopo l'interpellanza della direzione, prego solo una gentilezza, se possiamo stare un po' leggi e di solito sono interventi perché abbiamo alle 12 e mezza un'altra Commissione, siamo tantissimi.
Grazie prego.
Giuseppe Spinelli, buongiorno sarò telegrafico anche al fine di evitare di essere retorico, in quanto le problematiche sono al all'attenzione di tutti quanti, peraltro i Consiglieri a utenti e hanno illustrato le loro mozioni e quindi le associazioni non possono che confermare queste evidenze per cui sollecito e quindi telegraficamente chiedo, avendo appreso anche attraverso le numerose audizioni che si sono svolte della notevole della prolifica attività dell'assessorato all'agricoltura, quali soluzioni definitivamente vogliamo portare a questa problematica, posto anche quello, sottolineo che ci sia evidentemente parte di disinteresse da da dal dall'assessorato all'ambiente rispetto a questa problematica, per cui vorrei sollecitare il dottor Campanile a farsi.
Portavoce di queste istanze e è inutile che mi soffermi ulteriormente su gli aspetti specifici, bensì vogliamo avere le soluzioni. Grazie infinite. Grazie grazie tante Confagricoltura Puglia.
Grazie Presidente, e grazie a tutti i Consiglieri che ci hanno istanti no, questa audizione.
Come Confagricoltura ribadiamo per, diciamo l'ennesima volta, le l'esigenza di intervenire con immediatezza su questa problematica, sono stati fatti dei corsi per quanto riguarda i selettori, è che entreranno, diciamo, scenderanno in campo quanto quanto prima e questo è sicuramente qualcosa di positivo va a bisogna diciamo spingere affinché si costruisca un una, una vera e propria filiera intorno a al cinghiale, perché noi riteniamo che si possa costruire da questa cosa estremamente negativa, così problematica per tutti quanti si possa costruire qualcosa di positivo per per il nostro territorio immaginiamo la filiera della ristorazione, immaginiamo tutte le nostre eccellenze che ha abbinate anche a questo. A questo diciamo percorso, possano essere ulteriormente esaltate. È e quindi questo sicuramente è un qualcosa di da poter portare avanti e auspichiamo che l'assessorato all'agricoltura sia il luogo in cui, con insieme a tutte le a le altre componenti della filiera, si mette insieme un percorso per costruire questo in questo percorso.
Poi stiamo a chiedere anche, diciamo, un dei fondi, anche per proteggerci, perché magari costruire delle protezioni intorno ai nostri campi sarebbe estremamente importante magari costruire un fondo per le protezioni delle reti da poter, in modo da poter proteggere le nostre le nostre colture questo è sicuramente qualcosa di significativo ed importante.
Per cui, su sulla base di queste proposte, noi sottolineiamo, da parte di Confagricoltura, la necessità di costruire un tavolo presso l'assessorato all'agricoltura, di concertazione su su queste, su questa, su questa problematica in modo tale da essere operativi e portare avanti con azioni concrete un qualcosa che faccia bene al nostro territorio, non si può continuare ad andare avanti in questo. In questo modo, ovviamente, bisogna reagire, bisogna reagire in maniera significativa. Non non siamo coloro i quali si ispirano anche a quello che, per esempio, in altri Paesi come la Francia, si è si è fatto dove addirittura in alcune zone della Francia e si è è sceso l'esercito in campo per poter abbattere la profili. Diciamo il diffondersi di di queste specie animali, ma noi riteniamo che si debba costruire un percorso insieme ai privati, insieme alle aziende agricole, insieme ai cacciatori, insieme agli ambiti, agli ambiti territoriali. Un qualcosa di positivo perché questo sia sia combattuto ma sia combattuto con gli strumenti che noi oggi abbiamo e ritengo che lavorando tutti quanti, insieme possiamo fare qualcosa di positivo per il nostro territorio. Grazie.
Grazie Presidente CIA Puglia, sì, buongiorno, grazie al presidente De Gregorio, Presidente Paolicelli, grazie ai Consiglieri regionali che hanno richiesto questa audizione, l'ennesima su questo tema, alla quale partecipiamo, un tema che fino a qualche anno fa era solamente una problematica attinente il mondo agricolo, che purtroppo è diventata una vera e propria emergenza che riguarda anche l'incolumità pubblica, noi ribadiamo ancora una volta, come facciamo ormai da anni, che non si possono anteporre tematiche ambientali quando a essere in gioco, oltre che la tenuta di aziende agricole, anche le le vite umane. C'è questo strano fenomeno di un eccesso di protezione verso le specie animali e di una sottovalutazione dei pericoli per l'uomo, oltre che per le aziende agricole. Io vorrei ricordare che i cinghiali sono delle specie onnivore, che quindi distruggono, oltre che le colture agricole, anche la fauna autoctona, giusto per rimanere in tema ambientalista, e quindi è grave che alla tutela della vita umana la salvaguardia delle colture si devono anteporre approcci ideologici particolari che non stanno facendo che danno, come è accaduto in altre vicende dell'agricoltura pugliese. Noi chiediamo che venga, diciamo, attuato l'abbattimento selettivo e controllato dei cinghiali. Diamo atto e ringraziamo l'assessore Pentassuglia, il dottor Campanile dirigente della struttura per il lavoro. Fin qui fatto, però, ci auguriamo che adesso si passi ai fatti che diciamo la burocrazia lasci il passo alle azioni concrete per abbattere controllare i cinghiali senza dimenticarci che anche il cinghiale ha fatto arrivare i lupi in Puglia Lupi, che abbiamo anche non solo nelle aree, diciamo collinari e montane, ma anche nelle aree di pianura e anche nel nel Salento c'è il tema del riconoscimento di veri e propri indennizzi. Ah, ah ah agli agricoltori superando il concetto del de minimis, noi abbiamo proposto qualche mese fa anche la sterilizzazione dei cinghiali al Dipartimento di Veterinaria, all'Università di Bari, la realizzazione di una filiera della carne. Di cinghiale, previo, diciamo, le autorizzazioni sanitarie che può servire nell'ambito anche della multifunzionalità agricola, a incentivare il lavoro delle aziende agrituristiche e della promozione, diciamo, dei dei prodotti pugliesi, è una tematica trasversale. È giusto che in questa cosa, la, l'assessorato all'ambiente si assuma le sue responsabilità nei confronti di decine di migliaia di aziende agricole pugliesi e anche di tutti i cittadini pugliesi che rischiano ogni notte e anche di pomeriggio, purtroppo accadono gli incidenti che rischiano la vita. Dobbiamo passare da un concetto di conservazione a un conse, a un concetto di gestione, di sintetizzo velocemente quali sono state da sempre le nostre richieste alla riforma della legge 157 del 92 a 32 anni, la legge sulla caccia in Italia. Credo che sia arrivato il momento che venga riformata. È chiaro che non è compito della Regione, però la Regione può farsi, diciamo, promotrice. Serve dare rapida attuazione al Piano straordinario per la gestione del contenimento del cinghiale, serve eliminare il riferimento agli aiuti di Stato, serve introdurre un'azione di monitoraggio e censimento dei cinghiali attraverso dati tangibili e valutati e serve in promuovere e incentivare la filiera, la filiera venatoria lo ripetiamo, ci auguriamo che diciamo tutto il lavoro fatto fino a adesso si tramuti in fatti concreti. Finiamolo, gli appalti, appiattirci su tematiche ambientali e ambientali e tuteliamo CIPE, concentriamoci per tutelare la vita umana e per salvaguardare le aziende agricole. Ovviamente c'è la Puglia dalla disponibilità alla task force regionale che si è costituita a dare qualsiasi tipo di supporto. Grazie, grazie, Copagri, Puglia.
Non c'è.
Va bene allora presidente del comitato di gestione ATC Bari.
Buongiorno, buongiorno a tutti, grazie dell'invito e allora il comitato di gestione ATC Bari si è.
Prodigato in una serie di iniziative e di attività tese a.
Raccogliere e la il mandato, l'invito forte che è venuto dalla Regione in merito alla.
Contenimento della dei cinghiali ci sono tutta una serie di attività che sono state messe in campo, che adesso magari non elencherò in modo puntuale, ma cercherò di essere estremamente sintetico messe in campo sia dall'attuale Comitato di gestione che dal Commissario che aveva preceduto questo Comitato di gestione tese evidentemente per quanto riguarda l'attuale e il Comitato di gestione ad approvare le graduatorie di missione ai distretti.
Annum a ad approvare, anche per quanto riguarda la società ex Valium che è risultata essere la società che si è occupata dal punto di vista, diciamo, telematico della piattaforma e o si CSAC i Scaccia di.
Di diciamo di intervenire in base a quello che il disciplinare regionale sulla in merito agli adempimenti che devono essere svolti e soprattutto si è attivato per individuare la.
Possibilità di istituire almeno un centro di raccolta selvaggina. L'idea è quella di arrivare ad individuarne 2. Inoltre, è stato affidato il servizio di smaltimento dei residui della macellazione ad una ad un'azienda. Quindi al alla profit e.
E tra e tra l'altro ci sono state le variazioni alle l'integrazione della modifica del bilancio preventivo per appostare le somme che erano state erogate dalla se dalla codesta Sezione per l'emergenza dei cinghiali.
Però alcune osservazioni che vogliono essere fa che De desidereremmo fare in modo importante sono inerenti proprio alla circostanza che lì i fondi che sono stati che sono stati destinati appaiono evidentemente insufficienti perché per ogni, per ogni ristrutturazioni o realizzazione di ogni singolo CRS quindi centro raccolta selvaggina abbiamo stimato una spesa di 15.000 euro e invece pro quota sul sullo stanziamento di 190.000 euro c'è solo il 10%, quindi ne avremmo solo 19.000 euro. Quindi chiediamo in questo in in questo senso la possibilità di avere ulteriori finanziamenti. Poi, per quanto riguarda invece.
Fermo restando appunto la la volontà di realizzare uno o due CRS, vi è la il riferimento all'articolo 13 del disciplinare, nel quale, per quanto riguarda il conferimento dell'animale presso i CRS, viene individuata come prescrizione la circostanza che deve avvenire entro tre ore al massimo dall'abbattimento e, nel caso in cui la distanza dal centro superiore ai 30 chilometri il capo è custodito dall'operatore stoccato in apposita cella frigorifera previo prelievo dei campioni biologici come è previsto per legge eccetera ecco, da questo punto di vista noi seguendo, tra l'altro anche il, gli esempi indicati,
Dalla nota della dell'ASL di Taranto abbiamo chiesto ai cacciatori la sottoscrizione di un atto unilaterale d'obbligo che richiede una serie di adempimenti in capo al cacciatori di selezione, questi adempimenti, che adesso non non elenco, evidenziano però la necessità, a parere nostro, di un coinvolgimento di una,
Presa d'atto, presa di responsabilità da parte della ASL e da parte della Regione che, a nostro modo di vedere, il rischio di una possibile.
Contagio viene messo tutto in capo alla responsabilità del singolo cacciatore, quindi la realizzazione dei CRS diventa fondamentale ed essenziale, e noi abbiamo anche indicato nelle nostre prescrizioni nei nostri Consigli che la la l'indicazione dei 30 chilometri non venga o diciamo si cerchi di no di soprassedere e andare al CRS perché si mette ci sono dei dei profili sanitari che.
E sarebbe bene come dire.
Rispettare per quanto riguarda le nostre richieste di un maggiore finanziamento. Queste vanno nella direzione proprio delle visite veterinarie alle cacce collettive, nella realizzazione dei CRS PEEP per l'appunto nella raccolta e smaltimento dei sottoprodotti di origine animale e delle carcasse nel monitoraggio e il censimento della popolazione del cinghiale. Stesura, piani di prelievo e l'utilizzo della piattaforma EU X caccia, grazie, spero di essere stato abbastanza grazie al Pci Brindisi,
Buongiorno a tutti ringrazio per l'invito ATC Brindisi, fortunatamente, non la criticità dei cinghiali sul territorio destinato alla caccia programmata, quindi noi abbiamo solamente dato seguito al Regolamento e le indicazioni della Regione a dare seguito alla formazione dei selecontrollori, quindi non abbiamo anche perché il commissario nella gestione commissariale che ci avevano preceduto dai censimenti non risultavano sul territorio la presenza dei cinghiali dei cinghiali quindi non abbiamo non abbiamo pensato di quantomeno di addivenire ad altre ad altre ad altre questioni.
Sì, siccome sono anche nelle vesti di Presidente regionale di Federcaccia, mi permetto di fare qualche qualche alti inciso oppure?
Lo facciamo dopo.
Come vuole, l'importante è che sia contenuto ci si contenutistico come come Federcaccia, invece come regionale Puglia noi abbiamo dato il contributo sia nella stesura del regolamento del Fellay controllo in in Comitato tecnico faunistico regionale e sia anche con informando, esplorando quanti più cacciatori a frequentare i corsi di selecontrollo una un piccolo passaggio per quanto riguarda invece tutto l'impegno che possiamo mettere sul campo, però volevo volevo fare un inciso per quanto riguarda la questione dei parchi, noi possiamo essere i più, i vuole dire i.
Possiamo essere quanto più attivi sul territorio, però, se i cinghiali, come la maggior parte di noi sa la sera, o in periodi particolari dove c'è una grossa pressione venatoria, si va a rifugiare nei parchi, quindi dobbiamo trovare il modo, dovete trovare il modo di,
Quantomeno di controllare e di far svolgere qualche attività pure laddove di solito non si fa però questo credo che sia di importanza di importanza principale strategica, altrimenti noi possiamo, ripeto, a mettere in campo tutte le attività possibili e immaginabili, però, se non si va a incidere poi in una maniera veramente,
Diciamo forte inc in quei territori, credo che poi tutte le le le altre soluzioni possano essere invalidate, grazie a lei grazie allora ATC Foggia.
Ok, ringrazio i Presidenti della Seconda e alla Quarta Commissione e tutti i consiglieri regionali, ci tengo a precisare che gli atti ci sono stati commissariati per ben sei anni, quindi all'interno agli atti ci sono stati gestiti per sei anni da un commissario unico e quindi all'interno degli stessi sono mancate quelle figure professionali che facevano capo sia al mondo agricolo sia al mondo venatorio, che è quello ambientale. Noi, da pochi mesi ci siamo insediati tutti gli ATC della regione Puglia, io Foggia addirittura so, mi sono insediato a dicembre, quindi da pochi mesi ci siamo trovati di fronte a questo grande problema che da una parte ha visto in questi ultimi anni un aumento progressivo della specie cinghiali e poi, dall'altro lato, stiamo assistendo a quel fenomeno.
Che si è venuta a creare a livello nazionale.
Con la venuta a, diciamo, a trovarsi di casi di peste suina che hanno allertato un poco tutte le autorità, non solo quelle politiche regionale ma bensì anche quelle sanitarie. Quindi il problema deve essere visto e gestito nella doppia strada e, da un punto di vista legislativo, secondo me è da un punto di vista sanitario, perché anche il diciamo, il prelievo per diciamo selettivo per consentire una diminuzione della specie cinghiale. Cinghiale, necessita tutta una serie di adempimenti. Non è che da un giorno all'altro. Ci tengo a precisare questo per mettere a punto nelle condizioni i Consiglieri, per capire poi concretamente come funziona il prelievo del cinghiale. Vi sono a monte tutta una serie di misure e di attività che vengono poste in essere.
Per ha, diciamo, preparare perché non tutti possono essere abilitati al prelievo di questa specie a monte bisogna fare dei corsi, si possono, diciamo, si può svolgere questa attività di prelievo solo ed esclusivamente con alcune armi e in fondi diciamo specifici, ovviamente prima di partire vengono allertate tutte le autorità, ivi che vanno dalla polizia ex provinciale, oggi regionale e i Carabinieri forestali, oltre poi alle autorità sanitarie e a quelle diciamo così della Regione che controlla questo tipo di attività. Mi permetto di evidenziare alcune criticità che sono emerse anche nel nell'attuare concretamente, per far partire concretamente.
La selezione di questa specie. Noi come ATC di Foggia, abbiamo comunicato proprio ieri alla Regione che partiremo dal 25 dal lunedì 25.
Marzo, nonostante voglio dire, ripeto ci siano una serie di criticità, alcune delle quali già l'aveva citato, il collega presidente dell'ATC di Bari, che sono quelle del.
Del dei centri raccolta selvaggina, perché in capo alle etici che siamo i soggetti attuatori perché la Regione, in poche parole, ha delegato agli ATC di attuare concretamente questo prelievo del cinghiale? Quindi i soggetti attuatori, difatti, sono gli ATC, però noi ci troviamo riferita a parte il fatto che non è che da un giorno all'altro si possono improvvisare corsi che durano mesi preparare del personale adeguato, oltre ad avere poi dopo mettere a disposizione tutta quella serie di atti che possono consentite dall'abbattimento in poi perché poi il capo abbattuto deve seguire una certa finirà.
Il disciplinare ci impone che ogni ATC deve avere almeno un centro di raccolta selvaggina per ogni distretto, almeno uno, con quelle criticità che ci che diceva prima il collega noi, come Provincia di Foggia, dove da o Subappennino A che è molto molto, diciamo, degli standard da una zona all'altra o dal Gargano avere necesse riterrebbero almeno cinque o sei centri di raccolta selvaggina. Per fare questo, ovviamente, occorrono dei fondi. Il minimo diceva prima il collega riguardano ci vuole almeno ci vogliono almeno circa 15.000 euro per centro di raccolta selvaggina e qui apro una parentesi, credo di estrema importanza perché noi, da subito, come mi sono insediato ai primi di gennaio, ci IC sono arrivate richieste ai Carabinieri forestali che volevano sapere perché l'animale come viene abbattuto viene identificato con una fascetta. Voglio dirvi che viene posto alla zampa dell'animale a quella fascetta, corrisponde chi ha battuto l'animale e da lì poi inizia tutta una una procedura per l'animale abbattuto. Si chiama il servizio veterinario, il servizio veterinario va sul posto bene eviscerato, l'animale viene fatto preso un campione che viene poi viene sottoposto. Voglio dire ad analisi da parte del dal servizio veterinario servizio veterinario che nel caso in cui non vengono riscontrate patologie specifiche può essere può seguire diverse strade. Quella più semplice è quella dell'autoconsumo però, onestamente, le dobbiamo dire tutte le cose dietro diciamo questa diciamo dietro a questa prima strati di autoconsumo si sono, diciamo, sviluppate delle strade parallele non legali, sostanzialmente perché la selvaggina, per poter essere commercializzati, per poter creare una filiera della carne e qui secondo me si dovrebbe andare in questa direzione, cercare di creare un'opportunità che potrebbe venir fuori da questa criticità e sarebbe quella di creare appunto una filiera della carne di selvaggina, tenendo presente che noi buona parte della carne che viene commerciale nelle nei ristoranti viene addirittura dall'estero. Quindi, secondo me, noi sotto questo aspetto la Regione soprattutto si dovrebbe attivare affinché noi raggiunge un, diciamo questo obiettivo nel più breve tempo possibile, perché non basta, solo, diciamo tra virgolette, abbattere l'animale però l'animale dopo va seguito per tutta la filiera e se si riesce addirittura ad arrivare, appunto non soltanto i centri di raccolta selvaggina, che adesso sono tra virgolette, quelli più semplici, ma addirittura ai centri di lavorazione selvaggina, perché anche questi sono contemplati all'interno del disciplinare che ha fatto,
La Regione Puglia. Mi rendo conto che oggi noi ci troviamo una situazione emergenziale. Dobbiamo intervenire da subito per bypassare queste criticità. Già l'ATC di di Taranto, con l'ASL di Taranto, hanno trovato una soluzione tecnica. Sarebbe quella di.
Diciamo di consentiti al prelievo del cinghiale e gli stessi possono essere solo utilizzate per l'autoconsumo, quindi l'animale non può, diciamo seguire la filiera per la commercializzazione della della stessa. Anche in questo, secondo me, la Regione si dovrebbe fare carico di mettere a disposizione dei fondi affinché vengano posti, ripeto, in essere questi centri di raccolta selvaggina, un'ultima cosa.
Noi abbiamo tutta una serie di macelli dismessi, un poco in tutte le province si potrebbero utilizzare, noi abbiamo fatto già,
Due convenzioni ufficiali, uno col Comune di San Giovanni Rotondo e uno col Comune di Orsara di Puglia, per fare questi centri di raccolta Selvaggi. Un'altra criticità. Riprendo anche quanto detto dal rappresentante della CIA dal 14 marzo a fine luglio, il prelievo di selezione perché noi poi facciamo solo il prelievo di selezione, non di controllo, su due cose completamente diverse e a volte voglio dire si sovrappongono le 2 cose noi diciamo, la selezione è vietato nelle aree SIC e nelle ZPS, i cosiddetti siti natura 2000 capite bene che, nella maggior parte, la maggior parte di queste zone, che sono zone boscate, sono quelle più importanti che dovrebbero essere destinate a questo prelievo. Quindi noi ci troviamo oggettivamente impossibilitati a poter intervenire in queste aree. L'assessore regionale, per da soli, e qui o lo ringrazio personalmente perché si è attivato a fronte anche di queste criticità che noi abbiamo sottoposto sia attivato, che io sappia, presso l'assessorato all'ambiente, affinché si sblocchi anche questa situazione, perché diventa impossibile, non ci sarà. Parliamoci chiaro, un'incisione.
Forte e, così come abbiamo noi a disposizione gli strumenti di poter incidere positivamente sul de popolamento della spesa dei cinghiali. Grazie.
Grazie ATC, Taranto e poi Lecce, ovviamente con il tempo che ha rubato, dateci Foggia, sì, salve buongiorno, Nicola Cavallo presidente ATC tanto e mi piacerebbe dare un contributo un po' diverso al tavolo, visto che comunque i colleghi hanno già detto abbondantemente per quanto riguarda la normativa e Taranto e da da oggi praticamente ha già attivato e l'attività di controllo abbiamo una PAC, una piattaforma ormai attiva e quindi già oggi e domani ci sono i primi interventi sul territorio, sperando di ottenere i risultati che ci siamo prefissati, non è stato un cammino facile e finalmente c'è un tavolo di confronto, probabilmente il mio pensiero che questo tavolo andava organizzato forse un attimino prima noi da quando ci siamo non vuole essere una critica può essere soltanto uno spunto di collaborazione per il futuro,
Noi, probabilmente come presidente di ATC e penso di interpretare anche il pensiero dei miei colleghi aspettavamo anche di essere convocati un po' prima dal momento in cui da gennaio ormai stiamo operando, però comunque non è mai troppo tardi e Taranto comunque è dotata di un numero elevato di selecontrollori perché già dal 2014.
Ero già io, Presidente, all'epoca abbiamo attivato una serie di corsi per sé, le controllo e per caccia collettiva. Diciamo un fatto del tutto nuovo per la provincia di Taranto, perché diciamo pure la verità alla provincia di Taranto diciamo la caccia al cinghiale. Il fenomeno cinghiale è un fenomeno abbastanza recente. Parliamo di forse più di un ventennio e non di più, però, e va va gestita e va affrontata. Comunque oggi siamo pronti, abbiamo ripeto, sulla piattaforma.
Quasi 50 selecontrollori che possono siano stati abilitati e possono già uscire in campo. In realtà il numero è molto più alto, perché i formati sono 120. In realtà, però, purtroppo non tutti sono possessori di una carabina bolt-action A e quindi non tutti possono operare le operazioni di controllo. Comunque, malgrado questo 50 li abbiamo e sono già operativi.
E il discorso che, se secondo me ne né nel percorso qualche errore è stato fatto, probabilmente quando bisogna correre, perché, malgrado lo sforzo della Regione dell'ATC, comunque qualche qualche problema c'è sempre, ma è normale. Chi lavora sbaglia il disciplinare, secondo me in alcuni punti e crea confusione perché si parla di selecontrollo se le controllo nella nel linguaggio della venatorio, consentitemi non esiste. Bisogna fare una distinzione se parliamo di selezione e di controllo in questo caso. Secondo me, siccome c'è un piano primo che sovrintende e voglio dire a qualsiasi altro organismo dobbiamo parlare di controllo e non di selezione. Gli addetti ai lavori sanno che la situazione è tutt'altro perché la selezione si tratta di ammazzare o di un di abbattere. Scusate di abbattere il capo, un maschio adulto o la femmina di di quell'età di quella classe. In questo caso siamo in piano di controllo, perché c'è un primo. Il primo chiaramente impone un'emergenza, questa è un'emergenza, dovrebbe dettare voglio dire una certa celerità anche nelle modifiche o de dei regolamenti o del disciplinare attuativo, sempre riferito al disciplinare. Volevo evidenziare che già in passato un mesetto fa in nella prima riunione che abbiamo fatto i Presidenti degli ATC con l'assessore e con il.
Il Dirigente campanile, abbiamo evidenziato che c'era già un primo deficit quando si parlava di caccia in girata, dovete sapere che la caccia in girata io lo spiego perché chiaramente al tavolo non tutti sono addetti ai lavori. La caccia girata per nel piano di controllo è consentita però, ovviamente, come mezzo e come come arma consentita. La caccia è girata, è stata indicata sempre la carabina a colpo singolo. Gli addetti e gli esperti sanno che mandare una una squadra in girata con un colpo singolo non è impossibile pericolosissimo perché non è fattibile, perché l'impatto o l'incontro, col cinghiale a tre metri 4 metri non può essere gestita a colpo singolo. Bastava guardare tutte le altri disciplinari e regolamenti di chi, come noi, altre Regioni fanno questo tipo di attività, dove è chiaramente spesso che si Bossi, si può usare tranquillamente quella automatica come anche secondo me si poteva mettere l'uso della carabina automatica a colpo singolo e senza caricatore. Come altre Regioni indicano, questo avrebbe consentito di abilitare altre 50 60 cacciatori nel caso di Taranto sono piccole crisi, criticità che, comunque, volendo, si possono modificare e migliorare, ma questo nell'interesse di tutto e per raggiungere quanto prima l'obiettivo, perché diciamolo pure sinceramente, come diceva anche il collega di Brindisi, c'è tutto lo sforzo dei cacciatori e voglio sottolineare è una diciamo, è una una prestazione volontaria dei cacciatori. Dobbiamo ringraziarli sicuramente perché è tanto che non possiamo nemmeno obbligarli, però vi posso garantire che c'è tanta con l'operazione e tanto interesse a dare la loro il loro contributo, però di fatto, e non possiamo non tener presente delle dei problemi come diceva Mario, per quanto riguarda i siti natura 2000 o tutte quelle aree e mi riferisco a chi parlava di Taranto e quindi conosce il territorio di Taranto, meglio di me, tutta la la la linea e che che corre sulla 106 delle pinete, che quelle chiaramente sono zone interdette alla caccia, dove la presenza di cinghiale è notevole e è sicuramente il lì, sarà un problema, perché i nostri selecontrollori o i nostri operatori come vogliamo chiamarli non potranno intervenire quindi è un problema che va al di sopra degli ATC.
E queste sono le sicuramente le criticità,
Diverse dagli altri che hanno esposto i miei colleghi. Il centro di raccolta di selvaggina. Questo è un problema. Noi a Taranto, grazie e voglio ringraziare anche pubblicamente l'ASL abbiamo risolto il problema in che maniera e abbiamo fatto un tavolo di lavoro. Ho spiegato loro che è l'unica maniera per comunque, far partire l'attività era quella di continuare con la stessa metodologia adottata durante l'annata venatoria, cioè i CAC i diciamo i cacciatori, tra virgolette, gli operatori avrebbero indicato una loro cella e di di pertinenza, presso la quale poi i vari velleitaria i veterinari andavano chiara. Mettere a mettere in essere tutte le le misure di prevenzione e di analisi fortunatamente hanno capito problema. Hanno ci hanno acconsentito questo quindi a Taranto ormai la situazione dal punto di vista sanitario. L'abbiamo l'abbiamo risolto. Però consentitemi anche una cosa per chi voleva spingerlo per chi qualcuno ha scritto Lia sugli articoli sui giornali partire non è stato semplice e vi posso garantire che io ho perso qualche ora di sonno la notte, perché chi è cacciatore chi conosce l'attività sa perfettamente con una caccia molto pericolosa, perché parliamo di carabine che sparano a 200 300 metri, forse anche di più, quindi andava fatto un piano condiviso anche con i Carabinieri forestali come Polizia regionale con l'ASL, quindi, non si poteva correre più di P.A.N. Di tanto vi garantisco veramente abbiamo fatto salti mortali per grazia di oggi siamo partiti e questo è l'importante. Chiudo perché non voglio essere più lungo. Voglio fare soltanto qualche segnalazione, magari per il prossimo calendario venatorio. Si può pensare anche di allungare la caccia al cinghiale, visto che c'è l'emergenza e non è vero che l'ISPRA non lo consente l'ISPRA non lo non lo consente. In braccata, però la girata è consentita, quindi avremmo potuto consentire ai nostri cacciatori di continuare per un periodo più lungo, tamponando anche qualche qualche esigenza.
Per quello che riguarda io credo che gli atti ci saranno comunque sempre a disposizione degli organi di vertice, quindi anche della Regione, per qualsiasi forma di collaborazione. Chiudo è veramente. Questa è l'ultima, riferendo a chi aveva chiesto dei circa i bandi per i miglioramenti, la prevenzione dei danni. Vi dico che l'ATC di Taranto ha già in in cantiere due bandi, uno sulla prevenzione dei danni all'agricoltura e una di prevenzione e danni da da peste suina. Quindi tra qualche giorno saranno pubblicati i bandi. Quindi, anche su quel punto di vista siamo operativi. Questo è tutto, ringrazio il tavolo e grazie grazie allora ATC Lecce. Vi anticipo già che alle 12:30 noi dovremmo chiudere la Commissione, quindi vi prego di essere abbastanza stringati e vi chiediamo scusa per questo.
Non c'è Lecce, quindi passiamo Arcicaccia, Puglia.
Anche se non c'è Lecce dello stesso.
Grazie Giuseppe De Bartolomeo al Presidente regionali, Arcicaccia Puglia, ma io ho ascoltato con attenzione gli interventi che mi hanno preceduto, non sto qui a riassumere tutto quello che è stato fatto, tutto quello che abbiamo fatto, quelle che sono le prospettive, perché non saprei ripeterlo meglio, tuttavia io ho ascoltato molti auspici.
E volevo suggerire però alcune proposte fattive di miglioramento di quella che è stata l'attività fino a oggi poste in essere perché obiettivamente è stato fatto tanto è stato fatto anche bene, ma altrettanto obiettivamente non basta.
Perché gli eventi di cronaca degli ultimi giorni degli ultimi mesi ci dicono esattamente questo, io raccolgo con favore la proposta, prendo come una proposta e non come una provocazione la modifica della 157 del 92 che prevede in soli tre mesi il prelievo della specie cinghiale, potrebbe essere tranquillamente allungato a cinque mesi e questo renderebbe,
L'impatto sulla specie cinghiale sicuramente più fattivo rispetto ai tre mesi, però mi rendo conto che,
La modifica di una legge quadro nazionale non possa essere di immediata applicazione, può essere di impulso sicuramente per una regione che credo conservi ancora alla vicepresidenza del dello Stato della Conferenza Stato Regioni.
Noi abbiamo però nell'immediato, uno strumento che si chiama calendario venatorio.
Che non viene promulgato per legge, ma è un atto di Giunta, quindi un atto politico all'interno del quale noi possiamo inserire alcuni accorgimenti che potrebbero portare a un ulteriore impatto sulla specie cinghiale, e faccio riferimento per esempio, al terzo giorno della caccia in braccata, oggi il nostro calendario prevede soltanto due giorni noi potremmo inserire il terzo giorno ed è una cosa che già fanno nelle regioni limitrofe in Campania, è possibile, lo fanno già,
E questo soltanto questo sarebbe un aumento, un incremento del 33%, facendo due conti spiccioli matematici su quello che può essere l'impatto sulla specie cinghiale.
Noi potremmo anche fare un'ulteriore previsione, noi sappiamo bene che abbiamo un handicap per il nostro territorio, un handicap non è il territorio campano, non è il territorio dell'Abruzzo né tantomeno quello toscano, sono le 3 Regioni che fanno scuola sulla caccia al cinghiale, ma noi non possiamo semplicisticamente andare a copiare il compitino che fanno loro perché il territorio nostro è completamente diverso.
Si potrebbe però aumentare tra virgolette i tre mesi del prelievo del cinghiale, diversificando il prelievo tra province e province, non fosse altro per le differenze morfologiche territoriali, perché la provincia di Lecce non ha la conformazione territoriale di Foggia, andare a sparare un cinghiale a ottobre forse sarebbe possibile a Lecce ma sicuramente non a Foggia perché ci sono delle vegetazioni che insistono sul territorio che non permettono neanche il prelievo dello sparo in sicurezza e poi volevo ricordare a me stesso noi abbiamo in mano delle carabine che non arrivano a 300 metri arrivano fino a 5.000 metri,
È del tutto evidente che, oggi come oggi, noi degli spazi territoriali così ampi in Puglia noi li abbiamo o li abbiamo soltanto in determinate province.
Quindi la diversificazione del prelievo da ottobre ad a dicembre o da novembre a gennaio per province e una cosa che può essere vi astenete posta in essere è soltanto un atto di Giunta e quindi una volontà politica.
Volevo anche sottolineare il fatto che il mondo venatorio.
Non è la soluzione al problema, i cacciatori non sono gli unici che possono risolvere il problema, noi sicuramente mettiamo dalla nostra tutta la buona volontà, il nostro volontariato, ci stiamo iscrivendo a questi costi per diventare selecontrollori, ma ci vuole anche una misura a più ampio raggio, una collaborazione anche tra enti,
Tra pubbliche amministrazioni e tra parchi io volevo portarvi e solleticare alla vostra attenzione in merito a una questione che è ormai diventata paleolitica, che riguarda il Parco del Gargano.
Come purtroppo abbiamo avuto modo di vedere nei giorni scorsi di tragedie che sono successe.
In altre circostanze di tempo e di luogo sulle strade provinciali, 141 e 89, che collegano Manfredonia, Foggia, Manfredonia Zapponeta, si è sfiorata più volte la tragedia e noi abbiamo più volte chiesto al parco l'alleggerimento di quelle bretelle.
Autostradale di quelle strade provinciali.
Autorizzando ai cacciatori l'attraversamento del Parco come da normativa vigente, noi non vogliamo avere dei delle autorizzazioni speciali, noi chiediamo l'applicazione della 157 della legge sui parchi, noi abbiamo la possibilità di attraversare i parchi con le armi scariche in custodia come da normativa vigente, andando ad alleggerire quelle bretelle stradali che invece stanno comportando numerosi incidenti noi ad oggi, nonostante tantissime richieste di incontro, non abbiamo ricevuto alcuna risposta anche questo e collaborazione tra Enti. Anche questo serve a risolvere il problema.
La questione dei risarcimenti, poi gli agricoltori. Io volevo spezzare una lancia nei confronti degli amici agricoltori, non fosse altro perché noi calpestiamo terreni che non sono i nostri, che sono degli agricoltori. I risarcimenti ormai sono troppo lenti e macchinosi e soltanto alla questione di andare a distribuire a pioggia qualche incentivo per la recinzione di alcune zone non può bastare, dal momento che con la PSA che ormai è alle porte, e sappiamo benissimo che la semplice recinzione non basta perché la trasmissione degli agenti patologici patogeni avviene anche attraverso il semplice contatto la vicinanza tra animali domestici e animali e che si trovano sul territorio libro, quindi sarebbero necessarie due recinzioni che non permettono neanche l'avvicinamento degli animali. C'è tanto da fare, sicuramente.
E da parte nostra c'è tutta la buona volontà per venire incontro e dare la nostra fattiva disponibilità, però dovete anche metterci nelle condizioni di poter operare oggi come oggi i corsi di selecontrollori sono troppo lenti e macchinosi, c'è la possibilità di fargli organizzare soltanto da enti pubblici come per esempio gli ATC e invece sarebbe auspicabile anche l'organizzazione di questi corsi anche dalle associazioni di categoria penso alle associazioni agricole, associazioni ambientali, associazioni venatorie, perché quello che è dirimente il parere ISPRA.
Non soltanto il parere regionale, quindi questo comporterebbe un maggior tra virgolette armamento sul territorio e di tutti quei soggetti che possono partecipare al prelievo cinghiale col controllo in sede di controllo, dando anche la possibilità e concordando perché no con i parchi, anche azione all'interno dei Parchi per il contenimento della specie cinghiale. Perché non ci dimentichiamo che stiamo parlando di una situazione emergenziale, dove i cacciatori danno la loro disponibilità a venire incontro alla collettività con quelle che sono le loro possibilità? Però dovete darci la possibilità di aiutarvi, cioè aiutateci ad aiutarvi. Queste sono le proposte di Arci-Caccia che si riserva di presentare un documento successivamente alla chiusura dei lavori. Grazie,
Ah, sì, chiedo scusa, tu le gravine.
Nemmeno gufo, sì, Alta Murgia.
Ci sta a posto perfetto.
Ah.
Buongiorno a tutti, allora io penso di fare cosa gradita dando una forse una risposta inaspettata, il WWF non è assolutamente contrario al controllo numerico dei cinghiali e per brevità sarò molto semplice allora noi, quello che non vogliamo è a vedere gente armata a caccia a caccia chiusa in giro da sola.
Qualsiasi tipo di controllo ci va bene, l'importante è che sia fatto a avvisando le Forze dell'ordine del giorno dell'ora e dei luoghi dove viene svolto ogni volta, perché il cittadino che va in un parco informatici dovunque sul territorio, non deve vedere persone armate con fucili pericolosissimi che sparano fino al 2 o 3.000 metri.
E magari allarmarsi inutilmente chiamare i Carabinieri forestali o chi per loro?
Mentre questo qua questo fatto venisse comunicato per iscritto con molta precisione, ogni volta è il personale che svolge questo controllo, questa selezione fosse accompagnato da personale in uniforme di qualsiasi colore e la cosa che noi vogliamo poi un altro fatto braccata girata, io conosco benissimo l'attività venatoria.
Non vanno bene. La braccata e l'ha girata sono le cose che distruggono le popolazioni di cinghiali a livello sociale e che favoriscono lo sviluppo del delle delle dei cinghiali, perché i cinghiali, spaventati dai cani e dagli inseguimenti, soprattutto nelle aree protette, si diffondono sul territorio. Maggiormente, quindi, sì, eventualmente gli avvertimenti da altane a colpo singolo in maniera controllata, ma non mandare dei cani e di disturbare tutta la fauna e aumentare la possibilità che le famiglie di cinghiali, una volta tolto il riproduttore, è la madre principale, si diffondano sul territorio, si dispongano in maniera autonoma, invadendo tutti i terreni. Ovviamente siamo favorevoli alle recinzioni, a tutte le cose di mitigazione che si possono dare per gli agricoltori e, soprattutto, vorremmo una serie di catture con gabbie trappola e recinti, perché sono le uniche cose che permettono a un controllo venatorio, facile. B non recano problema, è pericolo a nessuno, perché il recinto non non può ferire nessuno, se per caso, nel recinto dovesse entrare, non lo so un cane, anche un bambino, nessuno non succede niente e soprattutto per prevedono.
Un operatore non necessariamente armato.
C'è poi i recinti, basta a me, non servono. Io ho sentito numeri 50 azione controllori 205, cioè se noi facciamo la somma di tutte queste persone armate che dovrebbero andare in giro nei parchi nelle aree protette a caccia chiusa. Sono migliaia, quando poi si possono catturare migliaia di cinghiali con 10 operai dell'ARIF,
Addestrati e le gabbie trappola, dopodiché arriva uno abbatte, l'animale il veterinario fa la visita e va tutto bene le filiere. Ci vanno benissimo le filiere economiche tutte quante penso di aver dato un contributo costruttivo e non di aver alzato un muro contro il mondo venatorio che però torno a dire non vogliamo vedere gente in giro che va a caccia chiusa nei parchi a divertirsi, perché molti vogliono fare solo questo lo dico come ambientalista, da quarant'anni e come sottufficiali del del Corpo forestale dello Stato li conosco bene la massa e qualcuno ci metterebbe nei guai, a me dispiacerebbe moltissimo poi sapere che qualcuno nei guai, quando invece vuol fare dare un contributo, grazie, è un aiuto, grazie e passo la parola alla dottoressa Di Bitonto, che ringrazio consentitemi soltanto un brevissimo intervento perché adduce, non c'è contraddittorio,
Mi spiace, mi scuso e prego dottoressa.
C'era la faccina con buongiorno a tutti, allora io purtroppo ho sentito parlare di divieto di esercizio dell'attività venatoria all'interno dei siti della rete natura 2000 e il divieto di esercizio di attività venatoria esista esclusivamente all'interno delle aree protette nazionali e regionali istituita, e che devono rispondere alle previsioni della legge dello Stato all'interno dei siti della rete natura 2000 che sono 80 e su tutto il territorio regionale è che sono caratterizzati da,
Forme, diciamo a elementi di carattere naturalistico differenti e per questo hanno forme di tutela differente. Esistono delle previsioni normative e regolamentari che la Regione ha fissato e che poi sono state recepite all'interno dei decreti ministeriali istitutivi delle zone speciali di conservazione e che poi sono andate alla Commissione europea. Pertanto, tutta la disciplina in materia di siti rete natura 2000 non è nemmeno la disciplina della Regione o dello Stato, è una disciplina cui sovrintende alla Commissione europea. Questo lo dico perché tutto quello che la Regione fa all'interno dei siti della rete natura 2000 diciamo e deve essere fatto in maniera equilibrata e opportuna, perché altrimenti la Commissione europea, come già sta facendo, per esempio per la risoluzione della problematica dell'utilizzo del munizionamento a piombo in tutto lo Stato potrebbe avviare delle procedure di infrazione comunitaria. Pertanto non è un fatto ideologico, è un fatto di rispetto di regole nei siti della rete natura 2000. Come ho detto, l'esercizio dell'attività venatoria non è vietato è soggetto a delle regole. Quali sono queste regole? Abbiamo detto che sono 80 zone speciali di conservazione, parlo Tanza, zone speciali di conservazione esistono.
Dei provvedimenti che sono i piani di gestione recanti obiettivi e misure di conservazione stabiliti con delibera di Giunta regionale. Esistono alcuni siti invece che hanno il Regolamento 6 2016 come modificato dal regolamento 12 2017.
Fermo restando il fatto dell'attività venatoria, il controllo, perché qui stiamo parlando di controllo e poi stavamo parla. Stavo parlando di controllo perché, ritornando al discorso che faceva il collega dell'ATC di Taranto, il più che è un fatto diverso e da tutto quello che l'Amministrazione poi ne atto per limitare il danno del proliferare dei cinghiali e quindi i danni a persone a coltivazioni agricole prevede un obiettivo, non so se ne avete già parlato di 4.000 capi su base annuale, suddivisi in 1.000 1.002 mila. Caccia collettiva, caccia di selezione e caccia e controllo. Quello è un obiettivo minimo che, se però raffrontato ai dati storici in Regione Puglia, è un obiettivo smisurato perché so 10 volte minimo rispetto al dato di, diciamo, di controllo.
Che sia stabilito che essa ha definito a livello nazionale a livello regionale. Negli ultimi anni il controllo e parlo solo del controllo può essere fatto con varie metodologie che prevedono anche l'utilizzo di recinzioni. Queste recinzioni, quindi il cinghiale, lo entra nelle gabbie, lo prelievi e lo porti nelle strutture che possano gestire il capo,
Abbattuto vivo quello che diciamo si può fare secondo la normativa vigente. Io personalmente sono stata interessata, mi sono il più possibile impegnata con i colleghi della Mongelli per la sanità veterinaria, all'interno del più ai colleghi della Sezione gestione sostenibile e di questo incontro sono contentissima perché è la prima volta che ci capita. Mi capita di poter interloquire, potermi interfacciare con gli ATC quando ho visto che, per esempio, e le sue divisioni e dai territori che sono state fatte all'interno delle pianificazione attuativa del disciplinare regionale in cui sono state definite a livello territoriale le singole particelle in cui si poteva esercitare l'attività e in cui dovevano essere, diciamo censiti i capi, non aver visto che negli strati informativi mancano degli strati informativi, come i perimetri di siti rete natura 2000 che diciamo noi non abbiamo solo i siti rete natura 2000, abbiamo gli istituti di pro di protezione di tutela istituiti ai sensi della legge 57. Mi sono dispiaciuta perché,
Se ci fosse stata quella specificazione, avremmo potuto anche, come dire, discutere delle differenti discipline che ci sono all'interno dei differenti siti della rete natura 2000 solo nei siti della rete natura 2000, i cui obiettivi misure di conservazione sono quelli del Regolamento 6 2016, è se esiste il divieto di esercizio di ogni forma di controllo dal 15 marzo solo ed esclusivamente in quelli che non sono tutti quanti, ve le dico che non sono compresi, per esempio, i siti della rete natura 2000, della Murgia in cui non c'è questo divieto, voi che avete a Foggia diversi siti della rete natura 2000, che ne avete alcuni con il piano di gestione e al Comieco al Regolamento? Se quindi mettiamoci su sul ah ah, su una scrivania, guardiamo insieme tutto quello che si può fare, quello che che che si può fare, anche diciamo, senza fare modifica normativa, mi dispiace sentire ripeto che l'attività venatoria è vietata, non c'è un divieto di esercizio dell'attività venatoria. L'attività venatoria è vietata solo nei parchi nazionali e regionali e ora arrivo al discorso dei parchi nazionali e regionali. Ogni parco nazionale e regionale ha l'onere di monitorare e controllare le specie della fauna selvatica, perché quello è un compito dell'Ente parco. Quindi il Parco nazionale dell'Alta Murgia lo sta facendo secondo determinate modalità e il Parco nazionale del Gargano e lo sta facendo secondo altre modalità. I parchi regionali e io mi riferisco per esempio, soprattutto al Parco naturale regionale Terra delle Gravine. Mi risulta che si sia diciamo,
Mosso per contribuire alla problematica della peste suina africana e mi risulta che siano state già attivate tutte le attività, questo, diciamo, non toglie a ciascuno degli Enti parco nazionali e regionali che sono padroni del territorio tra virgolette, scusatemi perché sono la la norma attribuisce a loro il compito e la responsabilità dell'attuazione delle misure di controllo di gestire le modalità nel rispetto della norma e secondo quello che le direttive regionali impongono secondo quello che è il loro compete nell'esercizio dei loro.
Poteri alla Regione e che cosa spetta spetta il compito di.
Ascoltarli, tentare di risolvere, insieme alle situazioni, intervenire quando i Parchi regionali sono inadempienti, sostituirsi nel caso nei casi previsti dalla norma. Pertanto, io sono qui a dire che la disponibilità delle strutture amministrative è piena ed ampia, però il diciamo, siccome mi rendo conto che a volte a volte risulta difficile anche per noi co apprezzare le di le le singole differenze, quindi la mia disponibilità è veramente sincera, nel senso che secondo me un minimo di scambio proprio e dei punti di vista, perché quasi non è un fatto ideologico assentato parlare di ideologia ideologico ambientalista, tutto 4 è un fatto che tutti quanti noi siamo qui per dare un contributo e per tentare il più possibile di stare all'interno delle norme che ciascuno di noi, in qualche modo ha la responsabilità, non di fare di di contribuire all'attuazione. Quindi voi avete una visione più 157 92, c'è il collega che ha la visione, più sanità e sicurezza vestiti di dare. Ci siamo noi che abbiamo la viscere più Renato la dai mia tutela naturalistica, componendo tutti quanti, insieme, tutti quanti, essendo disponibili, ovviamente ognuno ha.
Alleggerire asset, se possibile, la propria posizione per venire incontro a una cosa proprio di conoscenza reciproca di determinati elementi. Noi siamo disponibili ed è sempre assolutamente in questo modo che abbiamo tentato di comportarci. Vi porto l'esempio del Parco nazionale dell'Alta Murgia a cui è stato attribuito un obiettivo e che cosa fa il collega dice io faccio questo è l'obiettivo utilizzo le gabbia fino ad un certo punto, se mi rendo conto che non arrivo al raggiungimento dell'obiettivo utilizzando le gabbie attivo, il controllo con lo sparo, queste sono scelte. È evidente che poi, se poi ci si ritrova con una con l'affrontare la problematica del controllo, quando poi la normativa del controllo nella normativa risalente in una situazione di emergenza come quella del privo dove perdonatemi a volte si sovrappone in maniera anche diciamo non completamente coerente tutto quello che io devo fare per fare fronte al trio e tutto quello che invece io devo fare, ma dovevo fare per fare fronte alla problematica del proliferare di specie dei cinghiali, che ricordiamoci specie di cinghiali che stanno qua non sono i cinghiali, atti, diciamo, autoctoni.
Del territorio sono specie cinghiale piuttosto grossi, cinghiali, importanti e massicci che provengono da altri territori che si sono insediate proliferati.
E tutti sappiamo anche che, perché non è che io lo dico il cinghiale lo dobbiamo proteggere. Sappiamo benissimo che, oltre alla questione del più, la presenza è oltre i danni. La presenza stessa del cinghiale, in determinate condizioni, può produrre dei danni anche alla flora esistente e tutelata dagli stessi dalla normativa comunitaria. Pertanto ritorna al Parco nazionale dell'Alta Murgia. Il Ministero che cosa scriva scriva che basta, diciamo dare l'evidenza scientifica del danno potenziale generato dal proliferare della specie in un determinato sito rete natura 2000 per dire che addirittura la gestione del cinghiale e sto parlando di gestione del cinghiale, non di attività venatoria, controllo nei vari modi è addirittura direttamente connessa.
Alla gestione degli habitat, quindi favorevole. E quindi una cosa che addirittura hanno sconta la valutazione di incidenza. Però, per fare questo bisogna analizzare le situazioni e i siti sito per sito e situazione per situazione è laddove non è, diciamo o una scelta, perché ricordiamoci per andare in deroga alla normativa in materia di siti rete natura 2000 io devo fare un'analisi delle soluzioni alternative. E allora, se io mi posso spostare a fare la caccia al bordo, io devo considerare anche il guasto di dire non mi metto dentro a fare il controllo, mi metto subito fuori. È ovvio che per fare un'analisi, così, con una distribuzione territoriale complicata come quella che abbiamo di siti rete natura 2000 deve essere disposta a fare degli approfondimenti che non sono di scala regionale. Sono di scala estremamente territoriale, addirittura a livello a volte di scala, al ha inferiore a quella comunale e ricordiamoci che la scala comunale è quella che viene utilizzata all'interno del primo per definire gli obiettivi di abbattimento. Grazie.
Dottor Campanile dottor Campanile.
Va velocissimo, sì, grazie, si stanno preoccupando, ho anticipato io, grazie grazie grazie, allora io ho ancora una deformazione professionale legata al fatto che quando mi assegnavano una traccia.
Dovevo svolgere il compitino e quindi mi sono messo, diciamo il titolo e la risposta allora il consigliere Scalera e di cui al ci chiedono lo stato di attuazione del piano di monitoraggio e gestione del cinghiale in Puglia.
Allora io brevemente dico che.
Una problematica che stiamo seguendo, almeno personalmente la sto seguendo dall'inizio del 2020 è in quella in quell'anno abbiamo attivato un processo di collaborazione con la facoltà di biologia dell'Università, degli Studi di Bari, unitamente agli ATC, perché quando si parla di problematica dobbiamo partire dalla conoscenza dei numeri, perché i numeri ci danno il termometro della situazione e sulla scorta di questa collaborazione, è stato fatto un monitoraggio su tutto il territorio regionale che ha portato alla redazione di una prima ipotesi di piano di gestione e controllo del cicale in Puglia. Questo piano ha scontato, diciamo, le 2 fasi, sia quello dell'acquisizione del parere ISPRA, sia quello della VAS, perché ogni pianificazione necessita di un processo di valutazione ambientale strategica, i due pareri sono stati acquisiti favorevolmente e ci accingiamo ad approvarlo in maniera definitiva. Che cosa è successo nel frattempo, che è subentrata nel nell'aprile, nel gennaio 2022, la problematica peste suina? Questa problematica ci ha un attimino fatto sospendere quel piano, quella pianificazione che stavamo facendo per tu tu farci, diciamo a capofitto unitamente al collega della sanità nella redazione del Prius.
La fortuna è stata che eravamo già corroborati di dati che venivano dalla pianificazione che stavamo conducendo, e quindi questi dati li abbiamo riportati nel più.
Che ci ha consentito, anche velocemente, di avere il parere sempre ISPRA per l'approvazione del primo.
Nel frattempo parlavo di gennaio 2022, il primo veniva approvato ad agosto 2022 ad agosto 2022. Approvavamo sempre con delibera di Giunta, il disciplinare o di attuazione del Prius è in maniera parallela.
Attivavamo anche una collaborazione con la Facoltà di Veterinaria proprio per mettere su una filiera della carne del cinghiale, perché siamo consapevoli l'Assessore, l'Assessorato e consapevole che questa la dobbiamo trasformare inopportunità, oltre che diciamo nella soluzione della problematica, successivamente questo succedeva ad agosto 2022 nel 2023, esattamente l'anno scorso abbiamo.
Rinnovato la collaborazione con la facoltà di biologia, perché le nostre pianificazione diciamo le nostre proposte normative e anche gli atti giuntali devono avere una sorta di bollino scientifico, perché in ambito diciamo assessori non siamo tuttologi, ognuno segue, diciamo più la competenza amministrativa, ma quando ci impattiamo con problematiche di natura biologica, sanitaria e diciamo ecologica, c'è opportunità di avere degli esperti a supporto quindi rinnovata questa convenzione ad aprile.
Poi.
A maggio abbiamo a maggio 2023, abbiamo reperito dal bilancio regionale delle risorse finanziarie pari a 720.000 euro, che abbiamo messo a disposizione degli ATC proprio perché il, il prio va attuato e lo si attua con delle forme di mitigazione e di prevenzione, alla diffusione della malattia. Non ultimo, poi, a giugno abbiamo approvato il nuovo disciplinare di controllo del controllo numerico della popolazione. Infatti non parliamo di selezione, ma di controllo numerico, perché il più a un preciso obiettivo, quello di De popolare, al primo non interessa se la l'animale, viene utilizzato per l'alimentazione umana o per l'incenerimento. Quello che conta è ridurre il numero di capi presenti sul territorio. Come diceva la collega, abbiamo l'obiettivo di 4.000 capi ripartiti a seconda della competenza nelle aree protette o nelle aree Venabili, però questo è un obiettivo minimo da poter, diciamo, conseguire è nel frattempo per poter mettere su anche diciamo, l'attività di controllo, si è reso necessario istituire l'Albo regionale dei se le contro dei selecontrollori, cioè quei cacciatori abilitati ad un controllo, ad un prelievo mirato per la popolazione del cinghiale. Unitamente a questo, poi, abbiamo lavorato anche sul fronte della prevenzione tra virgolette, perché l'anno scorso abbiamo per ben due volte pubblicato un bando indire che erogava aiuti alle Amministrazioni comunali per potenziare, corroborare ancor di più la segnaletica stradale, per, diciamo quantomeno contenere l'incidentistica stradale. Purtroppo, ahimè, non ha visto la grande attenzione da parte delle amministrazioni comunali e.
Quest'anno.
È di nuovo in pubblicazione il bando per fornire questi contributi. Quindi, quando si parla di collaborazione la deve essere appunto a 360 gradi, ognuno per la propria competenza. Ultimo aspetto importante da non sottovalutare è il fatto che comunque tutti i danni che questi animali arrecano alle colture agricole vengono puntualmente indennizzate sia dalle dagli ATC o dalla nostra struttura regionale, ma contestualmente, abbiamo anche una possibilità di prevenzione per i danni da cinghiale.
Dove è una sorta di bando aperto a sportello inizia il 1 gennaio e si conclude il 30 giugno, dove molte aziende agricole chiedono contributi, sono in de minimis, soprattutto per tipologie di colture molto di nicchia quale possono essere quella degli ortaggi o alcune fruttiferi, come diciamo, gli agrumi, quindi sono contributi che quantomeno devono avere una destinazione piuttosto mirata. Ultimo aspetto e chiudo, ci siamo dotati di una polizza assicurativa proprio per l'incidentistica stradale, incidentistica che abbiamo contenuto nelle spese, diciamo soprattutto quelle legali. Facendo Jörn facendo settimanalmente una attività di negoziazione assistita con l'Avvocatura regionale, abbiamo lavorato a partire dall'anno scorso, abbiamo ridotto notevolmente non solo i costi, ma anche abbiamo evaso, diciamo, abbiamo abbassato il numero di pratiche che chiaramente si sono accumulato nel corso di questi mesi, però, con l'intervento a partire da giugno 2023 della polizza assicurativa, diciamo questo ha reso più facile l'attività amministrativa negli uffici. Questo in sintesi, concludo dicendo che l'aggiornamento del Prius è stato trasmesso ad ISPRA e il funzionario istruttore ha già.
Predisposto il parere favorevole per l'approvazione. Aspettiamo che ci sia appunto trasmesso il parere per portare il più in approvazione l'aggiornamento del più in approvazione alla Giunta regionale. Grazie, dottore, prego come se, vuoi dire qualcosa che ci sarà qualche collega che vuole intervenire in.
Nessuno non è previsto. Mi scuso, mi scuso e nessuno, quindi vi anticipiamo già che questa audizione sarà riconvocata e aggiornata anche per la sanità, per audire la sanità. Però, se c'è e ho già ho già chiesto se qualcuno voleva intervenire dei colleghi proponenti, prego più che intervenire se ci sarà, noi dobbiamo rifarne un'altra, dati i tempi, perché qua cioè gli interventi ci sono però, siccome Presidente, per rispettare la volontà, la tua della, approfittiamo della il ragionamento per fare gli interessi, faremo lo stesso errore che abbiamo fatto oggi. No, COPROB ENPAM, bisogna fare, ce l'abbiamo, l'abbiamo anticipata solo di un'ora, ma la anticiperemo almeno di due almeno di due ore, perché siccome è un argomento che interessa tutto il mondo, non solo agricolo, sociale ed economico della della de de della Regione Puglia e i cinghiali sono diventati veramente un problema per varie vari settori e varie categorie, è opportuno che nell'aggiornamento poi ci sia questo momento di chiarimento va bene. Allora intanto vorrei ringraziare tutti gli intervenuti, perché comunque avete dato un contributo importante che rimane agli atti e che sarà, ovviamente, ha anche inoltrato ai due Assessori a che si scusa per l'assenza, per impegni concomitanti, quindi l'assessore Maraschio e all'assessore.
Ah Pentassuglia, aggiorneremo perché oggi doveva essere presente anche il dottor Mongelli dell'assessorato alla sanità, perché purtroppo questa situazione.
Va in tre Assessorati differenti a agricoltura, ambiente e e sanità. E, come diceva la dottoressa Di Bitonto, bene, abbiamo fatto a mettere insieme uno di fronte all'altro. Quindi ringrazio i proponenti. Aggiorneremo. Ovviamente, però, non la faremo ampliata tutti perché voi l'avete già lasciato il vostro contributo. Raccoglieremo anche il contributo della Assessorato alla sanità e quindi del dottor Mongelli, e ovviamente poi daremo con gli agli stessi proponenti comunicazione, cioè verificheremo all'esito. Insomma, se le loro richieste di audizioni verranno ecco soddisfatte. Quindi, se non ci sono ulteriori interventi, ringrazio noi aggiorni vi aggiorneremo per la prossima audizione. Grazie salve.